San Francesco, sì del Senato alle celebrazioni. No dagli ex grillini, tra cui l’ex ministra Lezzi

27 Apr 2022 18:54 - di Vittoria Belmonte
San Francesco

Strano destino quello di Francesco d’Assisi. Elogiato e osannato al Senato da destra a sinistra anche se alla fine in sei votano contro le feste per il santo Patrono d’Italia e quattro si astengono.

L’occasione è il disegno di legge che prevede di celebrare la ricorrenza, nell’anno 2026, dell’ottavo centenario della morte del Poverello d’Assisi. Alla fine di settembre il Consiglio dei Ministri aveva approvato un disegno di legge che, con il giusto anticipo, dava avvio ai preparativi per le celebrazioni. Il provvedimento propone l’istituzione di un Comitato nazionale che avrà il compito di elaborare un programma culturale relativo alla vita, all’opera e ai luoghi legati alla figura del santo patrono d’Italia.

“Ci avviamo verso un percorso di celebrazioni – aveva detto il ministro dei Beni culturali Franceschini in quell’occasione – che durerà alcuni anni e che vedrà coinvolta Assisi, e l’Italia intera, com’è giusto che sia. Mi auguro che il Parlamento approvi presto questo provvedimento”.

E il Senato ha detto sì, ma con qualche eccezione. Anche se gli elogi al santo si sono sprecati. “Oggi più che mai bisogna confrontarsi con uno dei più grandi intellettuali della terra”, ha ricordato Emma Pavanelli senatrice umbra del M5S. “Francesco ci ricorda la relazione intima tra uomo e natura”, dice, spiegando che noi “della terra siamo solo amministratori, non proprietari”.

Qualcuno azzarda analogie con il conflitto in Ucraina, citando l’esempio di Francesco “che era contro la guerra, in particolare contro la guerra santa”, dice con riferimento alle crociate il dem Francesco Verducci. “Oggi la guerra insanguina l’Europa, oggi ha significato far vivere il suo pensiero”. Poi la leghista Donatella Alessandrini che ricorda “il percorso condiviso con tutti gli attori coinvolti”, esprimendo la gioia per una scelta bipartisan. “Noi siamo orgogliosi come umbri di San Francesco”, dice ancora applaudita dal senatore Pillon. “Speriamo che la sua protezione arrivi anche a tutti i popoli oggi tormentati da eventi che mai ci saremmo aspettati”.

Un apprezzamento corale, che però al momento del voto, a fronte dei 181 senatori a favore registra dieci voti tra contrari e astenuti. I nomi sono quelli di ex senatori del M5S, confluiti nel Misto e nel gruppo Alternativa, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Bianca Laura Granato, Virginia La Mura, Barbara Lezzi e Vilma Moronese che dicono no. Si astengono invece Rosa Abate, Luisa Angrisani, Elena Botto e Silvana Giannuzzi. Evidentemente neanche Beppe Grillo li ha convinti quando promosse gli aderenti al suo Movimento al rango di nuovi francescani.

Ora, perché questo sparuto gruppo di ex grillini sia contrariato dalle celebrazioni per uno dei personaggi più rappresentativi della nostra storia e della storia della cristianità europea non è dato sapere. Forse non hanno capito di cosa si trattava, forse pensavano di difendere la laicità dello Stato o, ancora, volevano evitare “sperperi” dopo avere pensato di abolire la povertà elargendo il reddito di cittadinanza. In ogni caso hanno fatto la solita, ennesima, brutta figura.

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