Reggio Emilia, la bravata di tre ragazzini: provano a rubare una statua della Madonna. Denunciati
È costata cara una bravata di tre giovanissimi che, senza alcuna ragione apparente, hanno preso di mira una statua della Madonna. Che era esposta in un’area cortiliva di un’abitazione. È successo la scorsa settimana in un comune nei pressi di Reggio Emilia.
I tre giovanissimi, tutti minorenni, forse per noia, hanno scavalcato la recinzione di una casa privata. E, raggiunta la statua, hanno prima asportato il faretto che la illuminava. E poi hanno provato a sradicare la stessa rappresentazione sacra. La denuncia presentata dal proprietario dell’abitazione ai Carabinieri di Cadelbosco Sopra, nella bassa reggiana, ha consentito l’avvio delle indagini. Che, grazie anche ad alcune testimonianze, hanno in breve tempo fatto stringere il cerchio attorno ai tre minorenni.
Reggio Emilia, tre minorenni rubano una Madonna
I ragazzi, messi dinanzi al fatto compiuto, non hanno potuto far altro che ammettere i fatti. E restituire la refurtiva. Quanto accertato dai Carabinieri, ieri, è stato posto all’attenzione alla Procura per i Minori di Bologna. Che ora dovrà concludere le indagini. E mettere il giudice nelle condizioni di decidere in ordine alla condotta dei tre giovani.
Ubriaco mezzo nudo importuna i passanti
Sempre nella zona di Reggio Emilia, un uomo, in evidente stato di ebbrezza alcolica e solo parzialmente vestito, ha iniziato ad importunare i clienti di un locale pubblico. E alcuni passanti. Il fatto è stato accertato da una pattuglia dei Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Reggio Emilia. Gli agenti, infatti, nei pressi del locale, hanno trovato l’uomo in abiti succinti. Che, alla loro vista, ha dato in escandescenze aggredendoli e mostrando i genitali. Tutto è accaduto alla presenza di alcuni cittadini abitanti in zona. Con non poca fatica i militari sono riusciti ad immobilizzarlo, facendolo rivestire e accompagnandolo prima al Pronto Soccorso di Reggio Emilia per le necessarie terapia, E poi in caserma.