Marina Berlusconi con l’Ucraina senza se e senza ma: «Contro Putin solo i libri difendono la libertà»

21 Apr 2022 13:59 - di Elsa Corsini
“Senza distinguo contro Putin, solo libri e cultura difendono la libertà”. A parlare è Marina Berlusconi in una lunga intervista al Giornale. L’occasione, insolita per la primogenita del leader azzurro che non ama la sovra-esposizione, viene dal report dei risultati aziendali. Ma l’orrore dei massacri in Ucraina per l’aggressione di Mosca finiscono per orientare inevitabilmente il colloquio.

Marina Berlusconi: solo la cultura difende la libertà

I risultati 2021 della Mondadori sono davvero eccellenti. Ma è difficile festeggiare in un momento così cupo. Tra una pandemia epocale e una guerra feroce quanto assurda. La reazione migliore è continuare a fare bene il nostro lavoro”, dice Marina Berlusconi. “I conti del 2021 sono molto buoni. Aumentano ricavi e margini, un utile di 44 milioni ci fa tornare al dividendo per la prima volta da dieci anni. E se non considerassimo le acquisizioni del 2021, investimenti importanti a partire da De Agostini Scuola, il nostro debito, che nel 2013 superava i 360 milioni, oggi non esisterebbe più. Anzi, avremmo una liquidità di 37 milioni. E sarebbe la prima volta in 15 anni”. Orgoglio e senso di responsabilità. “È stata proprio la nostra linea strategica, il ritorno al core business dei libri, a permettere questi risultati. E a restituirci questa solidità”, prosegue la presidente di Mondadori e Mediaset. “Ovviamente senza sottovalutare l’attenzione allo sviluppo nel digitale. Nel 2012 i libri rappresentavano appena un quarto dei nostri ricavi. Mentre oggi sono arrivati a tre quarti e, soprattutto, producono oltre nove decimi dei margini. Sui libri abbiamo investito molto, ma in neppure dieci anni la nostra redditività è aumentata di quattro volte. E non intendiamo fermarci qui“.

Dobbiamo fare una scelta di campo netta

Nessuna neutralità sul conflitto che da quasi due mesi sta infiammando l’Ucraina. “Un editore – aggiunge – ha un supplemento di responsabilità. Perché produce cultura e valori. Che di questi tempi sono gli anticorpi contro le spinte autoritarie e illiberali”. La primogenita dell’ex premier si spinge oltre. “Un po’ come se fossimo il sistema immunitario della democrazia. Per questo, da editore, trovo sia inevitabile una scelta di campo. Qui non possiamo che stare da una parte precisa. Quella di un popolo aggredito e dei valori del mondo democratico cui appartiene. E contro un aggressore che in realtà ha dichiarato guerra a tutto l’Occidente, alla sua identità e alla sua cultura”.

“Mio padre è stato il primo a denunciare i pericoli di un abbraccio con Mosca”

Una presa di distanza forte dai neutralisti dell’ultima ora. Dalle tentazioni filo-russe che pure lambiscono il mondo della grande editoria. Dai pifferai della sinistra che, tra mille distinguo e imbarazzi, fanno fatica a schierarsi senza se e senza ma con il popolo di Kiev. Una linea decisamente meno soft di quella di Silvio Berlusconi. Che nelle prime settimane di conflitto non ha brillato per attivismo. Salvo ammettere – qualche giorno fa – che il suo amico Putin lo ha deluso. Marina non si sottrae all’interpretazione dell’apparente contraddizione. “Mio padre è stato il primo a denunciare i pericoli del neoimperialismo cinese e di un abbraccio con Mosca. La sua posizione è sempre stata netta. Vedi il voto di condanna dell’invasione al Parlamento europeo. O il sostegno alla politica filo-atlantica del governo Draghi. O la lungimiranza che per tanti anni ha fatto di lui il più convinto sostenitore della necessità di un esercito e di una politica estera comuni dell’Unione”. Gli abbracci alla dacia dello zar sono ricordi passati e impolverati.

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