La Ue contro le Slapp, le querele temerarie ai giornalisti, nel nome di Daphne Caruana Galizia

28 Apr 2022 19:39 - di Roberto Frulli

Slap è il suono onomatopeico di uno schiaffo ma dietro quel rumore figurato che siamo abituati a leggere, sorridendo, sui fumetti c’è, da oggi, molto di più: partendo dalla persecuzione giudiziaria vissuta in questi ultimi anni dalla giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia, denunciata 48 volte – prima di essere ammazzata – per ostacolarne il lavoro e impedirle di indagare, una serie di organizzazioni fra cui la stessa Fondazione Daphne Caruana Galizia hanno promosso una richiesta alla Comunità europea per tutelare tutte quelle persone fatte oggetto di Slapp, l’acronimo scelto dalla Ue per indicare le cosiddette querele temerarie e intimidatorie, lo “schiaffo” – slapin faccia al giornalista per indurlo a non proseguire nel suo lavoro.

E ora la Commissione Europea, facendo proprie le proposte delle associazioni riunite nel Case, Coalition against Slapps in Europe, ha presentato una direttiva e una raccomandazione in base alla quale i tribunali potranno, fra l’altro, anche imporre ‘penalità dissuasive’ a chi intraprende azioni legali manifestamente strumentali, infondate e mirate solo a tacitare chi, nell’ambito della sua attività professionale, denuncia abusi, casi di corruzioni e violazioni dei diritti umani.

“Avevamo promesso di difendere meglio i giornalisti e i difensori dei diritti umani da chi cerca di imporre loro il silenzio e ora lo abbiamo fatto”, ha sottolineato Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea.

“In una democrazia – ha aggiunto – ricchezza e potere non possono dare a nessuno il diritto di prevaricare la verità“.

“L’Ue – ha poi aggiunto il commissario alla giustizia Didier Reynders – si adopererà per proteggere sempre il diritto alla libertà di espressione e informazione“.

“Quattro anni fa, un gruppo trasversale di deputati al Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di proteggere le persone dalle molestie SLAPP a cui è stata sottoposta mia madre – ha detto Matteo Caruana Galizia, Direttore della Fondazione Daphne Caruana Galizia e figlio della giornalista assassinata. – Oggi, grazie al vicepresidente Jourová, al commissario Reynders e ai loro team, questa protezione sta per diventare realtà”.

“La proposta della Commissione rappresenta l’inizio di una nuova fase della nostra campagna come famiglia e come membri della Coalizione – ha aggiunto il figlio della cronista maltese uccisa con un’autobomba. – Ora dobbiamo concentrarci sugli Stati membri che devono attuare quanto meno le misure della Commissione, per proteggere l’interesse pubblico e per rendere giustizia al sacrificio di mia madre».

Le vittime di Slapp avranno anche il diritto di  ottenere una compensazione dei danni materiali e morali subiti.

Inoltre, i Paesi Ue avranno il diritto di non riconoscere le sentenze emesse da Paesi terzi contro persone domiciliate nell’Ue e condannate in base a procedimenti ritenuti infondati.

Ora la palla passa al Consiglio e al Parlamento europeo che  dovranno approvare la direttiva per farla diventare legge.

“Ritengo si tratti di una iniziativa necessaria, anche se mi rendo conto che le leggi variano sensibilmente da nazione a nazione, così come i sistemi giudiziari – dice l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini. – Purtroppo l’intimidazione dei giornalisti è un tratto piuttosto comune e talvolta si avvale di strumenti giuridici non equilibrati”.

“Questo impedisce di fatto il lavoro di chi è impegnato nel racconto del proprio quotidiano – ragiona Procaccini. – Uno Stato senza un’informazione libera e plurale degrada velocemente verso il regime autoritario. Ed è un pericolo di cui dobbiamo essere tutti consapevoli, soprattutto in questo frangente storico”.

Il processo per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia, assassinata con un’autobomba vicino casa il 16 ottobre 2017 per le sue inchieste sulla corruzione che ha coinvolto alcuni politici locali e vari imprenditori legati ai vertici del governo di Malta, è tutt’altro che finito. Uno dei killer si è dichiarato colpevole nell’ambito di un patteggiamento ed è stato condannato a 15 anni.

Altri due imputati, accusati di essere i sicari, sono in attesa di processo. Un uomo accusato di essere la mente dell’operazione per uccidere Daphne Caruana Galizia è stato incriminato e il procedimento è tuttora in fase istruttoria.

Infine l’indagine su altri due imputati accusati di aver fornito l’ordigno con cui venne confezionata l’autobomba è, al momento, in fase di compilazione delle prove. Al momento non si sa quando inizierà questo processo.

Contro Daphne Caruana Galizia sono state presentate 48 querele, molte delle quali poi ereditate dalla sua famiglia.

“C’erano 42 cause civili in piedi quando Daphne è morta. Tutte sono stati ereditate dalla sua famiglia – rivela Corinne, la sorella della giornalista ammazzata. – Sono state respinte e ora, quasi 5 anni dopo che è stata uccisa, stiamo ancora combattendo con i casi giudiziari portati all’attenzione della magistratura da Joseph Muscat e da sua moglie Michelle, quando era pm, da Konrad Mizzi e sua moglie Sai Mizzi Liang, quando era ministro, da Lindsay Gambin, già assistente di Konrad Mizzi quando era ministro, da Alfred Mifsud, che era vice governatore della Banca centrale all’epoca in cui ha presentato la causa, e da Mario Vella, consigliere di Joseph Muscat quando era un studente e anche quando era pm”.

Secondo le statistiche compilate dalle associazioni contro le Slapp, Malta è il Paese con il più alto numero di Slapp e Daphne Caruana Galizia è la giornalista più querelata in Europa.

 

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