I Casaleggio all’attacco di Conte: “Peggio di Crimi”. E lui pensa a mettere il suo nome nel simbolo M5S

28 Apr 2022 10:36 - di Monica Pucci

I Casaleggio, ormai coppia, con Davide e la compagna d’amore (e di gemelli in arrivo) Enrica Sabatini, non mollano la presa sul leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte. Anzi, rilanciano le accuse e le riformulano in modo ancor più grave. “Come racconto nel libro Lady Rousseau, il motivo per cui si decise il 28 febbraio di intronizzare Giuseppe Conte all’hotel Forum fu uno e mi venne esplicitamente riferito da chi aveva organizzato l’incontro e tentava (invano) di convincere me e Davide a partecipare a quell’incontro: ‘Con Conte il MoVimento arriverà al 22% e al prossimo governo potranno entrare più persone che senza di lui’. Tutto qui”, scrive su Facebook Enrica Sabatini, pubblicando i dati di un ultimo sondaggio sui partiti.

I dati che secondo i Casaleggio inchiodano Conte

“Aveva consenso e il consenso poteva trasformarsi in voti e i voti in poltrone. Oggi, dopo oltre un anno del ‘regno’ di Conte, il MoVimento 5 Stelle è al suo minimo storico: il 12,7%. Dieci punti percentuali in meno di quelli previsti – prosegue la socia di Rousseau-. Parliamo di milioni e milioni di elettori fuggiti via. Un capolavoro di strategia politica. Ps: riuscire a ottenere meno consenso di Vito Crimi è tanta roba. Davvero tanta roba”.

E “Giuseppi” pensa a una scheda del M5S con il suo nome

Una nuova veste grafica, forse colori nuovi, e una novità importante: il nome di Giuseppe Conte. Nel pieno dello scontro con i Casaleggio, torna a circolare con insistenza, in ambienti parlamentari, l‘ipotesi di un restyling del simbolo del Movimento 5 Stelle: logo che già l’anno scorso – in occasione del voto sul nuovo statuto pentastellato – aveva subito una modifica con l’inserimento della dicitura ‘2050’ (data simbolica che rappresenta l’obiettivo della neutralità climatica) e il debutto del colore rosso. Fonti di primo piano del M5S vicine a Conte, interpellate dall’Adnkronos, non confermano né smentiscono le indiscrezioni: si tratta di “ipotesi come tante, al momento non c’è nulla”, viene spiegato.

Ma il tam-tam nella truppa parlamentare diventa sempre più insistente. La ‘rivoluzione’ potrebbe partire dopo le prossime elezioni amministrative, un appuntamento che per i pentastellati rappresenta un importante giro di boa. Dopo la tornata elettorale, infatti, come annunciato dal leader Conte, inizierà la discussione interna sul vincolo dei due mandati: regola ‘aurea’ blindata dal garante Beppe Grillo ma che per molti parlamentari alla seconda legislatura rappresenta un ostacolo sulla strada della prosecuzione della propria carriera politica.

 

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