Francia, Veneziani: «Macron vincerà, è scritto. Per la Le Pen il voto anti-sistema non si somma»

12 Apr 2022 17:05 - di Sara De Vico

“Alla vigilia del primo turno mi ero già azzardato a pronosticare l’impossibilità di vittoria di Marine Le Pen. E a prevedere quel che si è verificato”. A parlare è Marcello Veneziani, giornalista, scrittore ed esperto di ‘cose francesi’. Perché il voto anti-sistema non si somma, osserva. Perché la tentazione di non votare è troppo diffusa in chi protesta. “Ma soprattutto perché la pressione dell’establishment e del mainstream è troppo forte“.

Veneziani: lo avevo previsto, vincerà Macron

Vincerà Macron a mani basse? “Macron cattura al centro ma in un centro non-politico i voti moderati di destra e di sinistra”. Ma è una vittoria di Pirro, spiega Veneziani, dal momento che la maggioranza assoluta dei francesi vota per l’opposizione e lui, da premier uscente, raccoglie poco più di un quarto dei votanti. Insomma vincerà perché alla fine scatterà il cordone ‘sanitario’ a difesa contro la Le Pen. La leader del Rassemblement national, però, imparagonabile al fenomeno Berlusconi, potrà intestarsi una un allargamento del suo fronte a Zemmour. Ai cattolici di destra e ai sovranisti moderati.  “Ma non le basterà – dice l’intellettuale di destra – le manca una sponda moderata. Come avrebbero potuto essere i gollisti. E la sinistra antisistema di Mélenchon non la sosterrà. Ormai c’è una divaricazione non solo in Francia tra i cittadini metropolitani tendenzialmente liberal, se non radical. E la nazione profonda, la provincia, il sud. Che invece propendono per candidati conservatori, più nazionalpopolari”. Destra e sinistra sono categorie archiviate. Si può sostituirle con ‘identitari’  e ‘globalisti’? Non solo, risponde Veneziani. “C’è lo scontro  tra centro e periferie, insider e outsider, sistema e marginali. E sul piano geopolitico al vecchio bipolarismo est-ovest si sovrappone il bipolarismo nord-sud del pianeta. Ma se ora si cementa il blocco russo-cinese, la situazione prenderà un’altra piega”.

La Franca identitaria si intreccia alla cultura

Pensatori eterodossi come Michel Houellebecq, Alain de Benoist, Eric Zemmour, Alain Finkielkraut e Renaud Camus dimostrano “che la Francia profonda e identitaria non viene solo dalle caverne di un basic istinct plebeo. Ma si intreccia a una cultura, a una sensibilità letteraria e narrativa. Quel che manca alle forze politiche identitarie è la capacità di rappresentare adeguatamente quel pensiero divergente”. In Francia come in gran parte d’Europa – conclude Veneziani – lo scollamento tra la cupola e gli spalti, tra il potere e il popolo è sempre più evidente. Ma secondo lo scrittore “difficilmente si riuscirà, almeno nell’Europa occidentale, a produrre una svolta e un cambiamento. D’altronde global è una cappa atmosferica di grande estensione. Chi la vive a disagio non ha i mezzi, la forza e la coesione per sfidare in modo adeguato quel potere“.

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