Ucraina, la testimonianza di Adolfo Urso: i miei cognati, messe in salvo le figlie, sono tornati per combattere

8 Mar 2022 13:59 - di Redazione
Ucraina Urso

Ucraina, un’invasione che ci riguarda da vicino. E non solo in senso strettamente geo-politico e per i riflessi economici legati alle sanzioni alla Russia o all’approvvigionamento energetico. Un legame transnazionale di scambi e contaminazioni lega Roma a Kiev, in una interconnessione che la solidarietà dovuta al Paese sotto accatto di Mosca ha ulteriormente rinvigorito in questi 13 giorni di guerra. L’ultima conferma arriva dal Presidente del Copasir Adolfo Urso. Il quale, ai microfoni del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, ha raccontato una vicenda che ha coinvolto direttamente la sua famiglia nel conflitto ucraino.

Ucraina, la testimonianza del presidente del Copasir Adolfo Urso

«I fratelli di mia moglie che vivevano a Kiev, perché erano già usciti da Luhansk non condividendo le convinzioni indipendentiste di quell’area del Paese, sono riusciti a portare miracolosamente le loro figlie fuori dall’Ucraina» e a metterle in salvo, spiega Urso. «Ma ora – prosegue – sono rientrati per arruolarsi come gli altri giovani ucraini». E ancora: «Sono coinvolto – ha spiegato Urso – perché la famiglia di mia moglie è in Luhansk, nella zona indipendentista. Il mio figlio più piccolo parla correntemente il russo. È una famiglia russofona, di lingua russa, che viveva in un territorio indipendentista».

Urso, «i fratelli di mia moglie hanno messo in salvo le figlie e sono tornati a combattere»

«Il popolo ucraino – spiega ancora il senatore di Fratelli d’Italia, presidente del Copasir – che sicuramente è un popolo fratello di quello russo, oggi pensa di essere Abele contro Caino. E molte famiglie sono intrecciate. Io stesso sono coinvolto, con il caso della famiglia di mia moglie. Al cui interno i miei cognati – che non condividendo verosimilmente le convinzioni indipendentiste russofone di Luhansk, già si erano trasferiti a Kiev – oggi sono rientrati in Ucraina per arruolarsi. E questo la dice lunga sul fatto che quella in corso non è una guerra di liberazione. Purtroppo, al contrario, Putin deve comprendere che quella che ha scatenato è una guerra di occupazione».

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