Ucraina, la mossa di Zelensky: «Non ci arrendiamo, sono disposto a discutere di Crimea e Donbass»

8 Mar 2022 13:27 - di Sveva Ferri
zelensky crimea

Di Crimea e regioni separatiste del Donbass «possiamo discutere», ma la richiesta della Russia per il riconoscimento dell’indipendenza «è un altro ultimatum, e noi non accettiamo ultimatum». In un’intervista con la tv americana Abc, il presidente ucraino, Volodymir Zelensky, è tornato a parlare della necessità del confronto con Putin, dicendosi «disponibile per un dialogo, ma non per una capitolazione». Quello di Zelensky, benché puntellato da paletti precisi, è di fatto un passo d’apertura verso le richieste russe, che si accompagna anche alla dichiarazione di un «raffreddamento» della sua posizione sull’ingresso dell’Ucraina nella Nato.

Zelensky ponto a «un compromesso» su Crimea e Donbass

«Possiamo discutere e trovare un compromesso sul come la vita proseguirà per questi territori», ha detto Zelensky parlando della Crimea, che Mosca vorrebbe annettere al proprio territorio, e delle regioni di Donetsk e Lugansk, che il Cremlino ha riconosciuto come repubbliche e per le quali rivendica l’indipendenza. «Per me è importante capire come le persone che vogliono far parte dell’Ucraina vivranno in questi territori», ha chiarito Zelensky, chiedendo «garanzie di sicurezza» e sottolineando anche di voler verificare se gli abitanti di queste regioni che prima volevano aderire alla Russia continuano a pensarla allo stesso modo.

«Sulla Nato mi sono raffreddato da tempo»

L’altra richiesta della Russia in sede di negoziati, oltre alla deposizione delle armi da parte dell’Ucraina, riguardava la neutralità del Paese, che Mosca vorrebbe fosse inserita in Costituzione e che significa, nella pratica, nessun ingresso nell’Ue e ancor di più nella Nato. Anche su questo punto Zelensky ha lanciato un segnale, dicendo che «riguardo alla questione della Nato, mi sono raffreddato da tempo, da quando abbiamo capito che la Nato non è pronta ad accettarci». «L’Alleanza teme il confronto con la Russia e – ha aggiunto – non saremo un Paese che implora. Non siamo quel Paese e non voglio essere quel presidente».

La necessità che «Putin inizi a dialogare»

Per il presidente ucraino, comunque, ora ciò che conta «è che Putin inizi un dialogo, invece di vivere in una bolla d’informazione senza ossigeno». Poi Zelensky ha avvertito sul fatto che «questo conflitto non finirà così, ma scatenerà una guerra mondiale». «Noi siamo stati i primi. Voi sarete i secondi. Perché più questa bestia mangia e più vorrà mangiare», ha proseguito, riferendosi Putin. Zelensky ha sottolineato che l’Europa oggi è una «zona di libertà», ma «quando i limiti dei diritti e delle libertà vengono calpestati, allora dovete proteggerci». «Oggi la guerra è qui. Domani sarà in Lituania, poi in Polonia, poi in Germania», ha detto, accusando Putin di essere «un criminale di guerra». Ma, ha concluso Zelensky, Putin è ancora in grado di «fermare la guerra che ha iniziato», a patto che accetti di iniziare «il dialogo» e di uscire «dalla bolla» in cui si trova.

 

 

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