“Putin ragiona ormai come un criminale. Ci sono solo due modi per fermarlo”: parla il dissidente in esilio

16 Mar 2022 11:55 - di Adriana De Conto
Putin

Putin ha la mentalità di un esponente della criminalità organizzata. È ciò che i leader occidentali non hanno mai capito, non capiscono adesso e, mi spiace, temo non capiranno mai“. A pronunciare parole nettissime contro l’ormai totale assenza di scrupoli dello “Zar”è Mikhail Khodorkovsky, un ex oligarca russo proprietario del colosso petrolifero Yukos, considerato il principale dissidente russo in esilio.  Nel 2003 il governo lo mandò a processo per frode fiscale. Condannato a quattordici anni di carcere, secondo Amnesty International, sarebbe stato Putin a volersi sbarazzare di lui dopo che Khodorkovsky aveva criticato lo stato di corruzione in cui versava il Paese.

Il dissidente Mikhail Khodorkovsky: “Criminale in età da pensione”

Intervistato dal Corriere della Sera sul suo rapporto con Putin, spiega: “Avevamo rapporti di lavoro. Vent’ anni di potere lo hanno cambiato. Oggi si permette di fare cose che prima non osava. All’epoca si comportava in maniera più normale, riconosceva l’esistenza di certi limiti. Ma al fondo è sempre lui. Ha la mentalità di un esponente della criminalità organizzata”. Non è convinto della tesi di molti analisti che la responsabilità della guerra sia della Nato; perché avrebbe provocato la reazione della Russia promettendo di estendersi all’Ucraina. «Non penso – ragiona Mikhail Khodorkovsky-  . Detesta la Nato, ma non la teme. Piuttosto, ormai è posseduto da una missione messianica. Ha persino fatto mettere davanti al Cremlino la statua del principe Vladimir”: (il monumento di 17,5 metri di Vladimir il Grande, morto nel 1015)». Putin si identifica ormai nei grandi Zar della storia?: è la domanda:  «Normale, per un criminale in età da pensione. Le persone così finiscono per essere dominate da un’idea, da una missione. Vent’ anni fa era più razionale».

“Putin può essere fermato solo con la forza”

Due sarebbero secondo il dissidente gli scenari possibili: «Nel primo da parte occidentale si impone una no-fly zone e l’Ucraina resiste. Allora Putin perderà il potere, probabilmente entro due anni». Scenario non praticabile -gli fa notare Federico Fubini -: imporre una no-fly zone aumenterebbe il rischio di una terza guerra mondiale. Non concorda con l’analisi:  «È l’errore degli alleati. Pensano di avere a che fare con uno statista che ragiona come loro, invece lui ragiona come un criminale. Se a un criminale mostri debolezza, quello andrà sempre avanti. È ciò che Putin sta facendo. Il fatto che l’Occidente non agisca lo incoraggia a spingersi sempre più in là».

“O gli si dà una dimostrazione di forza, o lui andrà avanti”

Il secondo scenario che ipotizza non è meno drammatico.  «Se tutto continua come in questo momento, lui conquisterà l’Ucraina e poi ci sarà una guerriglia di resistenza. Il risultato sarà che la situazione economica della Russia si degraderà sempre di più. Dall’Ucraina arriveranno sempre più bare di soldati russi e il morale della popolazione in Russia peggiorerà». Putin, allora, in questo stato di cose farà ciò che ha già fatto nel 2008 e nel 2014: “Dopo lui ha scatenato sempre nuove guerre e stavolta farà la quarta, contro i Paesi baltici o la Polonia”. Putin va fermato solo con la forza, è la sua convinzione. “Oggi o a Putin si dà una dimostrazione di forza militare, che lo forzi a negoziare, o lui andrà avanti”. Proseguirà con sempre nuove aggressioni. Se all’inizio della guerra Russia Ucraina era più possibilista, man mano che passano le settimane il dissidente russo matura ben altre convinzioni. All’inizio disse che non era pensabile che Putin restare al potere altri dieci anni. Ora, dice, “Vedo come reagisce l’Occidente. E capisco che se non verrà opposta resistenza, diventa poco probabile riuscire a fermare il Cremlino”.

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