L’ira dei fedelissimi di Putin: “Ci ha ingannati”. Malumori tra i militari: “Ci sarà un golpe dall’alto”

11 Mar 2022 16:25 - di Gabriele Alberti
Putin

I malumori al Cremlino si fanno sentire.  Da più parti si fa strada l’idea che tra i fedelissimi di Putin serpeggi la contarietà – per non dire ostilità- alla sua linea folle. “C’è una frase che risuona da oramai due settimane nelle dorate stanze moscovite del potere: «Ci ha ingannati!». Neppure i fedelissimi di Vladimir Putin -riporta un resoconto di Repubblica– erano stati messi al corrente sui suoi piani militari in Ucraina. Chi per anni si era costruito una reputazione e un impero in patria; o aveva coltivato una dolce vita all’estero tra ville in Occidente ed enormi conti nascosti oggi vede i suoi castelli sgretolarsi sotto il durissimo colpo delle sanzioni occidentali” . Secondo le fonti di cui dispone il quotidiano diretto da Molinari, “in molti, almeno un quarto dei funzionari ai vertici, vorrebbero dimettersi per protesta, ma non possono: sarebbero accusati di tradimento”.

I fedelissimi di Putin tenuti all’oscuro dallo “zar”

C’è la paura. «Puoi dimetterti solo per andare in galera», ha commentato ironicamente una fonte vicina al governo citata da Agentsvo , erede del sito d’inchiesta messo al bando Proekt. Un’altra fonte governativa aggiunge: «Ti farebbero fuori». Secondo le ricostruzioni, non tutti sapevano che Putin avesse l’intenzione di iniziare una guerra contro l’Ucraina. Guerra che lui e i suoi più stretti fedelissimi, si ostinano a negare, definendola “operazione militare speciale”. Solo una cerchia ristrettissima di persone era stata informata: il ministro della Difesa Serghej Shojgu, il capo di Stato Maggiore delle forze armate Valerij Gerasimov e i leader del controspionaggio.

Pochi sapevano dell’intenzione di invadere l’Ucraina: malumore dei militari

Figure- chiave della nomenklatura russa si sarebbero trovate spiazzate: come il capo di gabinetto dell’ufficio presidenziale, Anton Vajno. La governatrice della Banca di Russia Elvira Nabiullina, “sentendosi tradita, avrebbe presentato invano le sue dimissioni già due volte”. “Persino gli analisti dell’Fsb, i servizi segreti eredi del Kgb, erano stati chiamati a preparare dei report sulla possibilità di «un attacco di un “meteorite”». Che quel  “meteorite” avrebbe preso corpo nell’invio di carri armati in Ucraina lo sapevano in pochi. Il malcontento unito al turbamento serpeggia in Russia.  al punto che lo storico Andrej Zubov fa una previsione: «Ci sarà un golpe dall’alto molto veloce, come la rimozione di Krusciov nel 1964, la morte dello zar Paolo I nella notte tra l’11 e il 12 marzo o la strana morte di Stalin nel marzo 1953». Un’ipotesi avvalorata da osservatori internazionali, come il direttore di Limes, Lucio Caracciolo.

Per Lucio Caracciolo una “congiura” contro Putin è l’unica soluzione

Ospite di Otto e Mezzo su La7, Lucio Caracciolo ha dichiarato che  proprio la resistenza ucraina – che nessuno si aspettava. ha alimentato le tensioni: “Si può immaginare e sperare che in Russia qualcuno spieghi a Putin che è ora di andare a riposarsi. In ogni caso le voci di malumori nella nomenclatura militare russa si fanno sempre più evidenti, dato che non si aspettavano che ci sarebbe stata anche una resistenza militare che avrebbe dato loro del filo da torcere”. Conclusione. L’unica soluzione per concludere la guerra è che qualcuno a Mosca decidesse che c’è un problema; e quindi per difendere e salvare la Russia bisogna far fuori il presidente, non vedo molte altre soluzioni“.

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