Palù rilancia: il virus del Sars Cov-2 è sfuggito dal laboratorio. Ecco i nuovi indizi che lo indicano

7 Mar 2022 8:31 - di Prisca Righetti
virus laboratorio

Dubbi. Sospetti. Indiscrezioni: l’ipotesi del virus del Covid “sfuggito” da un laboratorio di Wuhan continua ad alimentare la ricerca delle origini del ceppo virale che ha contagiato il mondo. A nutrirsi di ipotesi che alimentano ambiguità e diffidenza. Con il cono d’ombra addensato sul laboratorio cinese, quello della città di Wuhan da cui tutto è partito, che si estende ad ogni nuova indagine. Ed è sempre a quel laboratorio cinese, e alla possibilità che il virus Sars-CoV-2 sia fuoriuscito da lì che torna oggi anche Giorgio Palù, il presidente dell’Aifa. Che rispetto alle indagini precedenti, però, aggiunge un dato: «Lo spillover potrebbe essere stato compiuto per cause accidentali. Il Sars-CoV-2 potrebbe essere il risultato di una manipolazione ma con scopo di ricerca, senza intenzioni malevole».

Palù rilancia l’ipotesi del virus scappato dal laboratorio di Wuhan

O meglio. In un’intervista al Corriere della Sera l’esperto rilancia l’ipotesi che la pandemia sia stata innescata da un incidente di laboratorio. «Lo spillover con salto di specie animale-uomo potrebbe essere stato compiuto per cause accidentali da un virus del pipistrello sperimentalmente adattato a crescere in vitro». Secondo il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, «è suggestivo un dato, che andrà comunque confermato da ulteriori verifiche di altri ricercatori. Il ceppo prototipo di Wuhan. Quello che ha cominciato a manifestarsi in Cina con forme gravi di polmonite. E tutte le varianti che ne sono derivate – anche quelle considerate non interessanti nella classificazione internazionale – presentano una caratteristica affatto peculiare».

«Una manipolazione effettuata per soli scopi di ricerca»

Ossia: «Nel gene che produce la proteina Spike (quella che il virus utilizza per agganciare la cellula da infettare) appare inserita una sequenza di 19 lettere appartenente a un gene umano. E assente da tutti i genomi dei virus umani, animali, batterici, vegetali sinora sequenziati. La probabilità che si tratti di un evento casuale è pari a circa una su un trilione. Una sequenza essenziale perché conferisce al virus la capacità di fondersi con le cellule umane. E, dunque, di determinare la malattia». «Si può ipotizzare una manipolazione effettuata per soli scopi di ricerca – spiega il virologo – non certo con intenzioni malevole. Non sarebbe la prima volta che un virus scappi per sbaglio da un laboratorio ad alta sicurezza».

L’ipotesi del passaggio “indiretto” dal pipistrello all’uomo

Quanto all‘ipotesi dell’origine del virus dal pipistrello con un passaggio diretto all’uomo o indiretto attraverso un ospite intermedio (si è parlato del pangolino) o una serie di scambi successivi uomo-animale-uomo, «alcuni studi recenti, che usano la bioinformatica per indagare l’evoluzione del virus, ci orienterebbero in tal senso. Manca però la prova regina che suffraghi l’origine naturale. Da un lato, non si è ancora trovato l’ospite intermedio e dall’altro, RaTG13, il virus del pipistrello Rhinolophus affinis il cui genoma è al 97% identico al Sars-CoV-2, ha scarsa capacità di infettarci».

Virus scappato dal laboratorio? Servirebbe la collaborazione delle autorità cinesi

E allora, «per validare quale delle ipotesi in campo (spillover naturale o di laboratorio) sia più verosimile, sarebbe auspicabile, come più volte richiesto dall’Oms e dalla comunità scientifica, la collaborazione delle autorità cinesi. Identificando un eventuale ospite intermedio – dice ancora Palù – sarebbe possibile risalire all’iniziale sorgente del contagio e bloccare la trasmissione epidemica, come è avvenuto per altri virus provenienti dal mondo animale»

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