L’ultima follia: “I missili sono sessisti”. La “crociata” spaziale delle femministe per la navicella a forma di vulva

9 Mar 2022 15:51 - di Gabriele Alberti
Missili sessisti

L’ultima fesseria: l’uguaglianza nello spazio passa per la costruzione, accanto ai missili, di navicelle a forma di vulva. E’ l’ultima crociata delle femministe tedesche di cui ci racconta Libero. Uno stenterebbe a crederci, se non fosse che andando sul sito Wer braucht feminismus, non trovassimo proprio la proposta con l’immagine della  navicella a forma di vulva da affiancare ai troppo maschilisti missili. Spesso in Italia contestiamo le femministe di casa nostra, troppo spesso silenti sulle diseguaglianze reali tra uomo e donna;  e troppo spesso esposte con iniziative retoriche. Ebbene, le femministe tedesche le superano alla grande. Meglio il silenzio, in certi casi.

Follia delle femministe: iniziativa in Germania contro i missili sessisti

L’iniziativa del gruppo contro i missili sessisti si colloca all’indomani dell’ 8 marzo in una situazione per le donne sempre più svantaggiata sotto il profilo lavorativo e delle pari opportunità. La crociata “spaziale” arriva in un clima drammatico determinato dalla guerra tra Russia e Ucraina; che vede le donne soffrire in prima linea una pluralità di drammi personali e familiari. Le femministe tedesche invece pensano bene di guardare alla Luna, è il caso di dire. Lo sconcerto è totale. Secondo Wer braucht feminismus?, questo sarebbe invece il momento di porre sul tappeto l’uguaglianza nei cieli. Facendola finita con i missili che rimandano a una forma fallica, e inaugurando così una sorta di parità di genere intergalattica.  «La nostra visione», scrivono sul sito, «è che un giorno la discriminazione di genere non sarà più un problema su questo pianeta». Sarà che, intanto, non sapendo e potendo risolvere le discriminazioni di genere in terra, probabilmente preferiscono cambiare latitudine. Le donne realmente in difficoltà saranno loro grate di questa baalla spaziale.

Navicella a forma di vulva per ripristinare la “parità” con i missili

Le femministe scrivono che se «la discriminazione basata sul genere esiste ancora in quasi tutti i settori della vita e del lavoro», ciò vale non solo «sulla terra. Ma anche nello spazio». E’ nata così la relazione tra le  femministe e la dottoressa Lucia Hartmann, astrofisica e direttrice del WBF Aeronautics. La Hartmann incredibilmente ha dato loro credito e , dopo lunghe ricerche, si dichiara convinta che un veicolo spaziale a forma di vulva femminile, sarebbe «un simbolo di maggiore diversità nello spazio».  (“Metti che c’è un alieno non binario di passaggio…”, commenta sarcastico Fabrizio Cannone).

Missili sessisti, la scienziata è d’accordo con le femministe

Insomma, la studiosa si inchina al politicamente corretto e al progetto inclusivo che ritiene anche tecnologicamente «all’avanguardia». La scienziata in un video afferma testualmente che  il missile come lo conociamo, assomiglia troppo ai «genitali maschili». Mentre va ribadito che «lo spazio è di tutti». Dunque, ” il progetto della «Vulva spacechip», secondo le femministe teutoniche, «aggiunge un’altra dimensione alla rappresentazione dell’umanità nello spazio». E in tal modo «trasmette al mondo l’idea che ognuno ha un posto nell’universo, indipendentemente dalle caratteristiche fisiche»”.

Missili addio:”Contro i pregiudizi degli astrofisici fallocratici”

Dunque, i sessi sono due, secondo questa catalogazione spaziale. Sarà interessante, se il progetto andrà in porto, verificarne gli sviluppi nell’ottica delle rivendicazioni Lgbt. Si procederà alla navicella spaziale transgender? Da follia nasce follia, come abbiamo potuto constatare nell’escalation che hanno avuto cancel culture e cultura woke. Scientificamente, il progetto della navicella spaziale a forma di vulva piace alla Hartmann: avrebbe dimostrato, “contro i pregiudizi degli astrofisici fallocratici, che «un veicolo spaziale che differisce dalle forme tradizionali è più aerodinamico e genera meno resistenza»”. Sul sito delle femministe tedesche c’è l’immagine  del prototipo, intorno alla quale è incominciata una  raccolta di firme (realmente esistente su change.org/VulvaSpacechip). Occorrerebbero «500.000 firme affinché il progetto sia preso in considerazione dalla Agenzia spaziale europea». Per ora le sottoscrizioni sono quasi 400, malgrado le 36.000 visualizzazioni del video.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *