La Cina si tiene in disparte e per mediare con Putin l’Europa potrebbe giocare la carta Angela Merkel

7 Mar 2022 19:01 - di Redazione

La Cina si tiene distante, al momento, dai negoziati per la pace in Ucraina. E ciò nonostante le cancellerie europee stiano facendo di tutto per cercare di coinvolgere Xi Jinping. Il suo telefono – ha efficacemente chiosato Michele Valensise – squilla a vuoto da giorni. “Ma Xi Jinping non risponde, per il momento non ha voglia di prendere le chiamate di chi lo cerca da Parigi, Berlino e Bruxelles. Il presidente cinese sa che Macron, Scholz, Michel e altri vorrebbero chiedergli tutti la stessa cosa: una mediazione per fermare la guerra in Ucraina o almeno un intervento moderatore su Putin”.

La guerra in Ucraina e il ruolo della Cina

Ma per Pechino non è ancora il momento di fare pressioni, anche se di certo l’instabilità creata dalla mossa di Putin rende più difficile la scalata economica che il colosso cinese ha in mente nel mondo globalizzato.

“Finora – ha scritto Stefano Stefanini sulla Stampa – la Cina si è barcamenata con le due astensioni all’Onu, in Consiglio di Sicurezza e in Assemblea Generale, che avranno deluso la Russia permettendo però a Pechino di rimanere nelle retrovie della crisi… Il Presidente cinese soppesa i pro e i contro. Nella sua ottica ci sono ottimi motivi per lasciare che la crisi ucraina continui il suo corso. Innanzitutto, indebolisce l’Occidente, sempre più rivale sistemico se non nemico. Distrae gli Stati Uniti dal Pacifico per farli ripiombare nelle beghe europee. Una Russia provata militarmente, impoverita economicamente e isolata politicamente, sarà ancor più tributaria della Cina, le riverserà gas e petrolio rifiutati dall’Europa, squilibrando ulteriormente a favore di Pechino un’alleanza senza amore reciproco”.

La mediazione di Angela Merkel

Nei giorni scorsi si era molto parlato della possibilità di una mediazione in capo ad Angela Merkel, l’ex cancelliere che secondo gli osservatori russi è l’unica europea «che Putin potrebbe ascoltare». E non è escluso che al momento opportuno la carta Merkel possa essere decisiva. Del resto, le iniziative diplomatiche sono fra loro connesse. Lo sforzo per mettere fine alla guerra è corale. E Israele – ha detto ieri Bennett – continuerà a tentare un negoziato tra Russia e Ucraina anche se le possibilità di successo sembrano lontane.

 

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