Kiev, gli danno cibo e un telefono per chiamare la madre: soldato russo catturato scoppia a piangere (video)

2 Mar 2022 21:19 - di Redazione
soldato

Sta facendo il giro del web il video di un soldato russo catturato dalle forze armate ucraine a cui un gruppo di donne del posto hanno offerto del cibo con cui rifocillarsi e un telefono per videochiamare la mamma. E quelle immagini, del ragazzo – giovanissimo – che scoppia in un pianto liberatorio all’udire la voce di sua madre commuove per l’umanità che irrompe in uno scenario devastante di guerra, distruzione e morte.

Fa il giro del web il video del soldato russo catturato e rifocillato da cittadini ucraini

Poche immagini, quelle raccolte nel video, diffuso sui canali Telegram ucraini, in questo caso da Nexta Live. Poche immagini ma eloquenti. Frame che raccontano un dietro le quinte di questo conflitto inaspettato. Col militare di giovane età a cui una ragazza della zona regala la possibilità di videochiamare sua madre per aggiornarla sulle sue sorti. Che si abbandona a un momento di tregua in cui, mentre addenta del cibo e beve del tè caldo per ristorarsi, cede alle lacrime di un pianto liberatorio… Una pagina di umanità, in un momento di conflitto disumano.

Una ragazza gli offre la possibilità di telefonare alla madre e…

E così, in un momento in cui Mosca blocca il sito “200rf.com”, che il governo di Kiev ha realizzato per permettere ai cittadini russi di scoprire se i loro parenti, amici e conoscenti, sono morti in guerra. O sono prigionieri degli ucraini – ed è lo stesso sito, che ha smesso di pubblicare aggiornamenti con foto e documenti dei soldati russi deceduti e catturati, a segnalare lo stop –. Ma con il ministero della Difesa ucraino che, con un messaggio diffuso sui propri canali social, manifesta la disponibilità a restituire i soldati russi prigionieri alle rispettive famiglie. E «a migliaia di sfortunate madri russe». In un contesto del genere, insomma, anche poche immagini possono fare la differenza. Fosse anche solo per dimostrare quanto sostenuto dal Ministero della Difesa di Kiev: «Noi ucraini, a differenza di Putin, non combattiamo con le madri e con i loro figli prigionieri»…

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