“Ha fatto da intermediario per la vendita di armi”, D’Alema si difende: “Volevo aiutare le imprese italiane”

2 Mar 2022 8:46 - di Luisa Perri
D'Alema intermediario

A occuparsi per primo del caso è stato il sito “Sassate.it” diretto da Guido Paglia. Ieri a riprenderla in prima pagina è stato il quotidiano “La Verità”. Secondo queste accuse, l’ex premier D’Alema si sarebbe posto come intermediario con dei faccendieri per vendere armi e navi alla Colombia, L’affare non sarebbe andato in porto grazie all’interessamento del sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé (Forza Italia) e del ministro dalla Difesa Lorenzo Guerini.

D’Alema intermediario per la vendita di armi alla Colombia

D’Alema, secondo questa ricostruzione, avrebbe provato a fare da intermediario per Leonardo e Fincantieri per la vendita al ministero della Difesa colombiano di 4 corvette Fcx30 e due sommergibili classe Trachinus, prodotti da Fincantieri, oltre ad alcuni aerei M346 di Leonardo. Una trattativa per il quale D’Alema e gli altri intermediari che hanno lavorato all’operazione con lui contavano di incassare 80 milioni.

L’audio registrato agli inizi di febbraio

D’Alema – secondo il racconto che fanno gli emissari del governo colombiano – si presentava come «interlocutore privilegiato», anche se sia Fincantieri sia Leonardo hanno fatto sapere di non aver dato alcun incarico di brokeraggio. «Bisogna concludere l’affare entro un paio di mesi» avrebbe detto D’Alema ai suoi interlocutori, anche perché il cambio dei vertici delle due aziende di Stato avrebbe potuto rallentare l’iter. Per questo chiedeva agli interlocutori, in una riunione agli inizi di febbraio, registrata, di non perdersi in piccole richieste. «Noi stiamo lavorando perché siamo stupidi?» chiede D’Alema nel corso della riunione « No – aggiunge – Perché siamo convinti che riceveremo tutti noi 80 milioni di euro. Questa è la posta in gioco. Non appena avremo questi contratti divideremo tutto. Creare difficoltà prima di raggiungere il contratto tra le società italiane e il governo colombiano mi sembra stupido. Diciamo. Quello è il premio importante. Non il rimborso spese». Come si diceva, il contratto non è stato mai siglato. E probabilmente non lo sarà mai più, a maggior ragione dopo la pubblicazione dell’audio.

In ballo 80 milioni di euro, la versione dell’ex premier

D’Alema, interpellato da Repubblica ha fornito la sua ricostruzione dei fatti. «Io ho cercato di dare una mano a imprese italiane per prendere una commessa importante. Ero stato contattato da personalità colombiane che si erano dette disposte a sostenere questa ipotesi. Evidentemente a qualcuno dava fastidio ed è intervenuto per impedirlo ». Va tenuto presente che l’ex presidente del Consiglio non ha compiti politici o istituzionali dal 2013. Inoltre lavora da tempo come consulente, con società internazionali. «Sia il governo sia l’ambasciata colombiana erano stati chiaramente avvertiti di tutto. Trovo incredibile – conclude – come sia facile reclutare in Italia qualcuno disponibile a danneggiare il nostro Paese»

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