Draghi alla Camera: «Non ci volteremo dall’altra parte. Sì all’invio di armi ai combattenti ucraini»

1 Mar 2022 18:10 - di Stefania Campitelli

È il giorno di Mario Draghi. La mattina in Senato, il pomeriggio alla Camera il premier affronta il nodo della crisi russo-ucraina. E spiega l’eccezionalità della situazione che vede l’Italia schierarsi al fianco di Kiev. Parla di ragioni di «straordinaria necessità e urgenza». E di un secondo e «molto difficile» decreto a sostegno dell’Ucraina. Che deroga alla legge 185 del 1990 sull’esportazione di armi.

Draghi: al fianco di Kiev con gli alleati Nato

Dice di credere nel dialogo, “ma ora non è il momento.” A sostegno dell’Ucraina, stato libero e sovrano, aggredito dalle truppe di Putin, non basta la solidarietà. Occorre l’invio di mezzi  per sostenere la resistenza dell’Ucraina. “Una lunga colonna di mezzi militari, lunga oltre 60 chilometri stando alle notizie di stampa di oggi, è alle porte di Kiev. Dove nella notte si sono registrati raid missilistici, anche a danno di quartieri residenziali, ed esplosioni. Le notizie di oggi parlano anche di un nuovo attacco alla città”. Così Draghi in un passaggio della sua informativa a Montecitorio. Particolarmente applaudito il passaggio sulla solidarietà al premier e al popolo ucraino.

“L’Italia non si volterà dall’altra parte”

L’Italia non si volterà dall’altra parte. Perché l’aggressione di uno Stato libero e sovrano da parte della Russia riporta l’Europa indietro di almeno 80 anni». Così il premier davanti all’Aula di Montecitorio. L’Italia si schiera con la comunità internazionale. Che ha condannato in maniera quasi unanime l’intervento militare russo. E ha stabilito un “ampio” pacchetto di sanzioni finanziarie  contro Mosca. Sanzioni che stanno già funzionando, fa notare il capo del governo.

Stato di emergenza umanitaria fino al 31 dicembre

Il governo, prosegue il premier, ha decretato uno stato di emergenza umanitaria fino al 31 dicembre. “Un atto che consentirà di intervenire rapidamente su più fronti. A partire da quello degli aiuti umanitari”. Il pensiero poi corre alle centinaia di migliaia di profughi che hanno già varcato le frontiere dell’Ucraina. Diretti in Polonia e in altri Stati Ue. «Abbiamo stanziato un primo contributo del valore di un milione di euro al Comitato Internazionale della Croce Ross. Donato oltre 4 tonnellate di materiale sanitario, e offerto 200 tende familiari e 1.000 brandine. Abbiamo in programma l’invio di beni per l’assistenza alla popolazione, di farmaci e dispositivi sanitari.

Il Cremlino dovrebbe abbandonare i suoi piani di guerra

Poi apre una finestra sull’altra Russia. Quella che dice no ai carri armati di Putin. Quel popolo russo, «che in gran parte non condivide le scelte del presidente Putin.  Tanto che sono state già più di 6 mila le persone arrestate per avere manifestato in patria contro l’intervento militare”. Draghi dice di ammirare  il coraggio di chi prende parte alle mobilitazioni. “Il Cremlino dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di guerra”.

Oggi il disegno revanscista di Putin è chiaro

Il presidente del Consiglio poi ripercorre l’escalation che ha portato alla guerra di oggi. “Il disegno revanscista del presidente russo si rivela oggi con contorni nitidi. Nelle sue parole e nei suoi atti. Nel 2014, la Russia ha annesso la Crimea con un referendum illegale. E ha incominciato a sostenere dal punto di vista finanziario e militare le forze separatiste nel Donbass”. L’Italia, dice al Parlamento, è pronta a inviare armi come gli altri partner dell’Alleanza atlantica. Ma  dice di più. “La fornitura di armi è l’occasione per ricordare la necessità per l’Europa di definire un piano di difesa comune. Per acquisire una vera autonomia strategica che sia complementare all’Alleanza atlantica”.

Gas, a breve termine nessuna emergenza

Un ultimo passaggio è dedicato alle possibili ripercussioni sull’Italia delle sanzioni contro la Russia. A partire da eventuali tagli nelle forniture di gas, che il nostro Paese importa per circa il 40% da Mosca.  “Nel breve termine – assicura Draghi al Parlamento –  anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe comportare problemi. L’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi. E l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie”.

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