Chi era Brent Renaud, il reporter ucciso nei sobborghi di Kiev. Meloni: dolore e sgomento

13 Mar 2022 16:46 - di Redazione
Renaud

Un video-reporter americano, il 51enne Brent Renaud, è stato ucciso dalle forze russe e due suoi colleghi sono rimasti feriti a Irpin, nei sobborghi di Kiev. Lo hanno annunciato le forze di sicurezza ucraine. I giornalisti stavano filmando i profughi in fuga quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco a un checkpoint. Renaud, colpito al collo, è morto sul colpo, mentre i suoi due colleghi sono stati portati in ospedale.

Renaud era un videoreporter apprezzato che collaborava col Nyt

Renaud aveva compiuto 51 anni un mese fa. Insieme al fratello Craig, anche lui regista indipendente, produsse tra gli altri “Surviving Haiti’s Earthquake: Children”, vincitore del duPont-Columbia Award 2012, premiato insieme al progetto multimediale del New York Times “A Year at War” come un esempio di narrazione artistica e interattiva vissuta online.

Raccontava storie di umanità nei punti caldi del mondo

Brent ha passato gli ultimi venti anni a produrre film e programmi televisivi con il fratello. Erano noti per aver raccontato storie di umanità nei punti caldi del mondo: non solo il terremoto di Haiti, anche Iraq, Afghanistan, i disordini politici in Egitto e in Libia, la lotta per Mosul, l’estremismo in Africa, la violenza dei cartelli in Messico e la crisi dei giovani rifugiati in America Centrale.

Il giornalista aveva un badge del Nyt ma non era in missione per quel giornale

Brent Renaud, il giornalista ucciso alle porte di Kiev, non era in missione in Ucraina per il New York Times, scrive Cliff Levy, vice ‘managing editor’ del quotidiano americano, nonché ex capo dell’ufficio di corrispondenza di Mosca. “Brent era un fotografo e videomaker di talento che per anni ha collaborato con noi, ma non era in missione in Ucraina per il New York Times. Il Nyt è profondamente rattristato nell’apprendere della morte di un giornalista americano in Ucraina, Brent Renaud”, aggiunge Levy, in un tweet. L’ultima collaborazione di Renaud con il Nyt risale al 2015, si precisa. “Aveva oggi con se un badge del New York Times che gli era stato dato per un lavoro molti anni fa”.

Irpin è la zona più calda nei pressi di Kiev

“Una zona di conflitto è sempre pericolosa. E Irpin, dove sono stato ieri, è la zona più calda nei pressi di Kiev“, racconta all’Adnkronos il fotoreporter Fabio Bucciarelli, che dalla capitale ucraina sta raccontando il conflitto per Rai 3, Il Fatto Quotidiano, La Repubblica e il giornale tedesco Zeit. Bucciarelli in passato ha collaborato con il New York Times, come aveva fatto Brent Renaud.

Il sindaco di Irpin: da oggi vietiamo ai giornalisti di entrare

“Da oggi vietiamo ai giornalisti di entrare a Irpin – ha detto il sindaco Oleksandr Mrkuscyn – In questo modo vogliamo salvare la vita sia a loro che ai nostri difensori. Esorto tutti i rappresentanti dei media, così come tutti gli ucraini, a non pubblicare sui social network i nostri militari, le loro attrezzature o qualsiasi cosa che indichi la loro posizione! È molto importante”.

Meloni: dolore e sgomento per un giornalista morto sul campo

“Dolore e sgomento per la morte di Brent Renaud, giornalista del New York Times – ha commentato Giorgia Meloni – Un cronista coraggioso, morto sul campo, raccontando l’atrocità di una guerra assurda. Brent è l’ennesima vittima di un conflitto incomprensibile. Cordoglio alla famiglia e un pensiero ai tanti giornalisti inviati che rischiano la loro vita per informarci su quanto sta a accadendo in Ucraina”.

 

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