Centenario di Pasolini, l’omaggio di Mattarella: «Ha lasciato una traccia unica». FdI: «Un profeta del ‘900»

5 Mar 2022 11:28 - di Romana Fabiani

Pier Paolo Pasolini ha impresso un segno importante nella cultura italiana. E la sua lezione continua a parlarci con il linguaggio affilato dei suoi scritti e delle sue immagini. Con quell’attenzione alle marginalità che in lui esprimeva un desiderio di pienezza umana”. È il ricordo del presidente Sergio Mattarella nel centenario della nascita dello scrittore corsaro. Nume ingombrante per la sinistra. Che nei suoi  Scritti corsari sul Corriere della Sera fustigava il capitalismo e prendeva posizione contro il mito del ’68. Schierandosi dalla parte dei poliziotti, figli di proletari,  contro i sessantottini figli di papà.

Mattarella ricorda Pasolini

“Ricordarlo a cento anni dalla nascita- prosegue il capo dello Stato – ci pone di fronte a un patrimonio di intuizioni e valori. Che ancora possono aiutarci nel confronto con la modernità”.  Pasolini – dice ancora Mattarella – è stato un uomo di cultura poliedrico. “Pochi, come lui, si sono conquistati spazi così rilevanti nella letteratura, nel cinema, nel teatro, nella saggistica, nel giornalismo”.

Ha lasciato una traccia indelebile

“Il linguaggio e le idee di Pasolini, così come l’intera sua vita, hanno continuamente messo alla prova convenzioni consolidate. Provocando polemiche che non di rado gli sono costate emarginazioni ed esclusioni”,  conclude Mattarella. Il poeta di Ragazzi di vita è stato contrastato e poi elogiato dalla sinistra a caccia di copyright. Dopo la sua morte la destra prese a ‘studiarlo’. Ne apprezzò la voce eretica contro il capitalismo e la globalizzazione (“Darei l’intera Montedison per una lucciola”).  E il coraggio contro i luoghi comuni. Inserendolo nel suo pantheon oltre gli steccati ideologici.

Mollicone: un poeta e un profeta

Tante le iniziative per il centenario della nascita del poeta nato Bologna e friuliano di adozione,  morto all’idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975. Anche l’Inter-gruppo parlamentare ha firmato un pacchetto di eventi che si terranno nei prossimi mesi. “La grandezza di Pasolini è proprio quella di aver anticipato, come fanno i poeti quando sono anche profeti, quelli che sono i grandi temi, i grandi dibattiti e le grandi inquietudini del Novecento”. Così Federico Mollicone di Fratelli d’Italia durante una conferenza stampa alla Camera. “Quello di oggi è un omaggio ma anche un patrocinio culturale a una serie di iniziative istituzionali. Tra cui un’importante operazione teatrale del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia”.

FdI: un esempio di non omologazione

Il deputato di FdI ha illustrato il ricco palinsesto culturale sui 100 anni dell’autore. Confermando l’attenzione della destra per poeta-regista. “Pasolini diede alla poesia dialettale il rango di grande letteratura. I suoi scritti, la critica al ’68, il tema ambientale, il Pasolini regista, poeta e scrittore, un caleidoscopio impossibile da sintetizzare. Pasolini va fatto conoscere in tutta la sua poliedricità. È  importante far conoscere il suo pensiero e la sua opera in tutta la sua interezza. Bisogna far capire che non bisogna mai uniformarsi, che la poesia e la letteratura ci liberano dalla gabbia delle appartenenze”.

La destra e Pasolini: una storia antica

A costo di far storcere il naso ai notabili del partito dell’epoca, una parte del Msi e il Fronte della Gioventù alla fine degli anni ’80 firmarono un’operazione culturale ispirata all’eresia. Nel 1988 a Roma si tenne uno storico convegno dal titolo “Ripensare Pasolini … scandalosamente”.  Nella sede della federazione missina guidata da Teodoro Buontempo. Un altro dirigente eretico del Msi come Beppe Niccolai dichiarò apertamente la sua comunanza con Pasolini. Per la “critica radicale alla società dei consumi”. Sempre alla fine degli anni ’80 il giornale satirico Morbillo, prurito e avventura del Fdg di Roma, dedica al regista di Accattone un’attenzione speciale. Parola d’ordine: capovolgere i luoghi comuni di Dio, Casa, Famiglia.

 

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