Ucraina, la Russia avverte: «La risposta alle sanzioni Usa sarà forte e dolorosa»

23 Feb 2022 16:44 - di Agnese Russo
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La risposta sarà «forte, non necessariamente simmetrica, ma ben calcolata e dolorosa». E al riguardo «non dovrebbero esserci dubbi». Così il ministero degli Esteri russo, con una nota pubblicata sul proprio sito, ha commentato l’annuncio delle sanzioni americane alla Russia. «La pressione delle sanzioni – si legge ancora nel comunicato – non è in grado di influire sulla nostra determinazione a difendere i nostri interessi».

Le sanzioni Usa alla Russia

Le sanzioni, introdotte ieri dal dipartimento del Tesoro Usa, colpiscono due banche pubbliche che, insieme, detengono asset per decine di miliardi di dollari. Una è la banca che finanzia la maggior parte dei contratti stipulati dalla difesa. Colpiti anche cinque esponenti dell’élite, in particolare della seconda generazione del gruppo di potere che si è formato negli anni intorno a Vladimir Putin. Le misure introducono, poi, ulteriori restrizioni sul debito sovrano russo, in particolare il blocco del ricorso ai mercati secondari per finanziare bond di nuova emissione. «La misura adottata in coordinamento con i nostri partner e alleati dà il via al processo di smantellamento della rete finanziaria del Cremlino e della sua capacità di finanziare attività destabilizzanti in Ucraina e nel mondo», ha detto la Segretaria del Tesoro, Janet Yellen, anticipando l’adozione di altri provvedimenti nel caso in cui la Russia dovesse «invadere ulteriormente l’Ucraina».

Nel mirino la banca degli investimenti e quella della difesa

Le banche colpite sono la Corporation Bank for Development and Foreign Economic Affairs Vnesheconombank (Veb), cruciale per la capacità della Russia di raccogliere investimenti, e Promsvyazbank Public Joint Stock Company (Psb), fondamentale per il settore della difesa e «istituzione di importanza sistemica» per le aziende di Stato. Le misure, che riguardano anche 42 sussidiarie degli istituti di credito, «incidono sulla capacità della Russia di finanziare contratti nel settore della difesa e di raccogliere nuovi finanziamenti per la campagna contro l’Ucraina», si legge nel provvedimento. Fra gli esponenti raggiunti dal provvedimento di ieri ci sono anche i presidenti delle due banche.

Il ruolo strategico dei due istituti

Il portfolio di Veb ha un valore di 53 miliardi di dollari e rende la banca una delle prime cinque istituzioni finanziarie del Paese. Serve il debito sovrano russo, finanzia le esportazioni e i progetti di investimento con prestiti per venti miliardi di dollari, in particolare per le infrastrutture e nell’industria. Psb invece è l’ottava banca in Russia e finanzia il settore della Difesa e il ministero della Difesa, il 70 per cento dei contratti nel settore, e fornisce i servizi ai dipendenti della difesa, dai conti correnti ai mutui. Ma soprattutto fornisce garanzie alle istituzioni colpite da sanzioni. Interessate dalle misure anche cinque navi, container e petroliere, di proprietà di una sussidiaria di Psb.

Gli oligarchi colpiti dal provvedimento

Gli esponenti dell’élite «che trae guadagni dalla vicinanza al potere a spese dei russi» sono, poi, Denis Bortnikov, figlio di Aleksandr, direttore dell’Fsb, il Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa, e membro permanente del Consiglio della Federazione, già sanzionato in passato. Denis è vicepresidente della Vtb e presidente del Consiglio della banca. Vi è poi Petr Fradkov, presidente e Ceo della Psb, figlio di Mikhail, ex premier ed ex direttore del Servizio di intelligence estera dell’Svr, anche lui già sanzionato in passato. Vladimir Kiriyenko, figlio di Sergei, primo vicecapo di gabinetto del Cremlino, il responsabile della politica interna del presidente, oltre che ex premier ed ex direttore generale di Rosatom, azienda pubblica del nucleare, e, anche lui, già sanzionato in passato. Vladimir, ex vicepresidente dell’azienda di telefonia Rostelecom, è Ceo del Gruppo Vk, associato alla piattaforma social, oramai controllata dal Cremlino, VKontakte.

L’ambasciatore a Washington: «Siamo abituati»

«Le sanzioni non risolveranno niente», ha commentato sui social, l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, per il quale «è difficile immaginare che qualcuno a Washington conti sul fatto che la Russia riveda il corso della sua politica estera sotto la minaccia di restrizioni». «Non ricordo un singolo giorno in cui il nostro Paese ha vissuto senza restrizioni da parte dell’Occidente», ha scritto ancora il diplomatico russo, aggiungendo che «abbiamo imparato a vivere in queste condizioni e non solo siamo sopravvissuti, ma abbiamo anche sviluppato il nostro Stato», mentre «non c’è dubbio che le sanzioni imposte contro di noi danneggeranno i mercati finanziari e dell’energia a livello globale». «Gli Stati Uniti non saranno risparmiati, quando i cittadini comuni patiranno le piene conseguenze degli aumenti dei prezzi», ha concluso il diplomatico russo.

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