Tutti invocano il centro ma alla fine nessuno si fida di nessuno. E i due poli resistono

8 Feb 2022 12:11 - di Francesco Severini
centro

Tutti invocano il centro, tutti sono pronti a dichiarare la morte del bipolarismo. Ma poi, a conti fatti, in quello spazio scomodo – almeno finché la legge elettorale sarà quella vigente – non ci si mette nessuno. La prudenza non è mai troppa. I centristi hanno brigato durante la partita del Quirinale ma dopo hanno dovuto fare i conti con il loro presunto elettorato. Evanescente e inesistente.

Carlo Calenda si è tirato fuori: il centro non mi interessa, ha fatto sapere. Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e fondatore di Coraggio Italia, boccia la fuga in avanti di Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello verso Matteo Renzi. Mentre Pier Ferdinando Casini osserva che non vuole avere il ruolo di suggeritore del cantiere del centro. Anche perché poi Matteo Renzi farebbe come gli pare.

“Il Centro stesso – annota il Corriere – come all’interno di un paradosso, sembra vittima di una forza centrifuga, che allontana i suoi protagonisti anziché avvicinarli, che separa le singole sigle anziché unirle. Nel centro ci sono due linee, contrastanti, che ne sviluppano anche di più: Forza Italia è tornata a mettersi in proprio, nel tentativo di recuperare il ruolo di baricentro del centrodestra. Coraggio Italia di Brugnaro ha riannodato i fili del dialogo con i berlusconiani, prendendo le distanze dall’iniziativa di Quagliariello e Toti; i centristi di Noi con l’Italia, guidati da Maurizio Lupi, ragionano in ottica centrodestra; e Azione di Calenda ha un’interlocuzione aperta con Più Europa, che a sua volta è ancorata al centrosinistra”.

Insomma i poli resistono. Intanto a “una piattaforma comune di idee lavora Quagliariello, che ha messo in programma tre seminari (salute, transizione ecologica, efficienza dello Stato) a cui saranno invitati anche esponenti renziani”. Nel cantiere lui ci crede e afferma che non dovrà essere un “centrino” o una “somma di debolezze”. Ma per il momento i lavori sono fermi e non si capisce quando potranno riprendere e sulla base di quali prospettive.

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