Rampelli a Draghi: “Non siamo in caserma né in un Cda. Non è corretto inalberarsi” (video)

18 Feb 2022 12:09 - di Angelica Orlandi
Draghi Rampelli

Draghi si è arrabbiato? E allora? “La Camera dei deputati non è un consiglio di amministrazione né una caserma. C’è una dialettica, ci sono dinamiche politiche, sensibilità che s’incontrano. Non è corretto che il presidente del Consiglio Draghi s’inalberi perché il governo e la maggioranza sono andati sotto. È normale. È giusto che sia così. Siamo pagati per questo, per fare il nostro lavoro e migliorare i provvedimenti che vengono dal governo”. Con il realismo del politico di lungo corso, Fabio Rampelli, ospite ad Omnibus su La7 rimette i puntini sulle “i”. L’ira funesta del premier contro i partiti sta diventando l’argomento numero uno: analisti e retroscenisti si interrogano sullo “sbotto” di nervi che, a quanto si apprende, gli ha provocato andare sotto quattro volte in commissione.

Rampelli a Draghi: “Quel che è accaduto col Milleproroghe è normale”

Draghi è esagerato, sono incidenti di percorso, la sua reazione è strana. Così  commentavano già ieri gli ospiti della Palombelli a Stasera Italia, a sfogo di Draghi “ancora caldo”:  da Caprarica all’ex ministro Castelli. Il quale, ha raccontato vari episodi analoghi accaduti in passato senza tanti patemi e trasalimenti. In una maggioranza “brancaleone”, così eterogenea, come non si fa a prevedere una navigazione complicata? Poi sta al governo migliorare i provvedimenti proposti. La politica ha un senso per questo.

Rampelli a Draghi: “E’ compito nostro migliorare i provvedimenti”

Poi sulla questione del contante, unico episodio di rilievo tra i 4 di ieri, il motivo è molto semplice- spiega Rampelli quanto accaduto in commissione- . Se le carte di credito o i bancomat fossero gratuiti, costo zero per cittadini, consumatori e imprese, noi non avremmo alcun problema. Fermo restando la necessaria omogeneità con gli altri Stati europei perché non avrebbe senso il contrario. Ma se il tetto al contante implica un costo per i cittadini costretti a usare la moneta elettronica e comporta una speculazione per le banche che lucrano  su questo obbligo, allora noi non ci stiamo”.

“L’eliminazione del tetto al contante è nel programma di Lega, FI e FdI”

Insomma, se il provvedimento sul contante – quello del tetto solo a 1000 euro – inguaiava  i cittadini e favoriva le banche, in commissione si sarebbe dovuto far finta che andava bene ugualmente per non turbare il premier? Bene, dunque, se ancora per un anno il tetto rimarrà a 2000 euro grazie alla determinazione di FdI che sa sempre fra sua questa battaglia. . “E sono contento – aggiunge il vicepresidente della Camera-  che su questo tema si sia ritrovata l’unità del centrodestra. Perché l’eliminazione del tetto al contante stava nel programma elettorale firmato da Meloni, Berlusconi e Salvini nel 2018”.

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