Mani pulite, l’ex leghista Orsenigo: il cappio in aula? Rivendico quel gesto e non sono pentito
“Il mio fu un gesto legittimo, il cappio in Aula lo rivendico, lì si stava votando il decreto Conso che gettava un colpo di spugna sulle malefatte dei partiti, sulle politiche del malaffare”. Parla così all’Adnkronos Luca Leoni Orsenigo, all’epoca giovane deputato di Cantù della Lega Nord, che il 16 marzo del 1993 diviene l’uomo simbolo della politica forcaiola, inaugurata nella prima Repubblica, in piena Tangentopoli, dove in tanti si scagliarono contro i presunti corrotti.
Trent’anni dopo i ripensamenti ci sono stati. Anche in quella parte politica, la Lega, che all’epoca esaltò l’opera di pulizia della magistratura. Oggi è tutto diverso: Matteo Salvini, dopo avere personalmente provato le conseguenze dell’azione della magistratura politicizzata, appoggia i referendum sulla giustizia. Una politica molto distante da quella del “cappio” esibito in Parlamento.
La scena fu davvero iconica, una metafora di quella fase politica. Sulla quale anche un giornalista all’epoca durissimo con i politici “ladri”, Vittorio Feltri, ha pensato bene di chiedere scusa ai lettori per gli eccessi di allora. Affermando oggi che Mani pulite si ridusse a una “strage degli innocenti”.