Magistratura e politica: in un tweet il sospetto di Crosetto sul “messaggio” criptico degli ultimi tre casi

11 Feb 2022 12:14 - di Lorenza Mariani
Crosetto

La bozza di riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario è sul tavolo del Consiglio dei ministri che questa mattina ha cominciato ad affrontare il tema della riforma dell’organo di autocontrollo della magistratura. La materia è incandescente. Specie in questi ultimi giorni in cui le vicende giudiziarie che hanno interessato la politica italiana hanno fatto discutere. E non poco. Un dibattito più che mai acceso, rispetto al quale non si è sottratto al confronto anche Guido Crosetto. Il fondatore di Fratelli d’Italia e imprenditore piemontese che, in un tweet (rilanciato e analizzato da Il Giornale), lega tre diversi casi giudiziari che hanno interessato diversi esponenti di partito. E ripropone l’atavico dilemma tra limiti e potere. Ruolo e influenza dei giudici sulla politica.

Magistratura e politica, il teorema di Crosetto e la chiave di lettura di 3 casi

Indiscutibile, del resto che, tra ordinanze, inchieste e rinvii a processo, gli ultimi casi saliti alla ribalta della cronaca abbiano sortito indesiderati effetti collaterali sui partiti più in  difficoltà del momento: M5S e Italia Viva. E allora, prima l’ordinanza del Tribunale di Napoli VII Sezione Civile che affonda il colpo sul traballante M5S. Poi la richiesta della Procura di Firenze sul rinvio a giudizio per Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e Luca Lotti. Infine, l’accoglimento della richiesta di scarcerazione e di cambio della pena in arresti domiciliari per l’avvocato ed ex parlamentare calabrese Giancarlo Pittelli. Tre vicende molto diverse tra di loro, su cui Crosetto, in un tweet, adombra il sospetto di un fil rouge che li lega…

Il sospetto di Crosetto enucleato in un tweet

Un dubbio e un retro-pensiero che l’imprenditore ha messo nero su bianco sul proprio account Twitter, dove ha scritto a chiare lettere che «C’è un filo che lega fatti distanti fra loro come il rinvio a giudizio per la Fondazione Open, la scarcerazione di Pittelli o l’esautorazione di Conte». Un comune denominatore con cui, a parere di Crosetto, alcuni magistrati lancerebbero un unico messaggio espresso in modalità differenti. E che l’autore del cinguettio in questione riassume in un emblematico: «Facciamo cosa vogliamo, come vogliamo, quando vogliamo»…  E allora, vediamo i tre casi che hanno riacceso il dibattito. Le polemiche. I sospetti…

L’inchiesta Open

Dubbi, quelli di Crosetto, che per Renzi si trasformano in una denuncia. Come noto, nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Open su presunte irregolarità nei finanziamenti, la Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 15 indagati, di cui 4 sono società. Tra di essi figurano il senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, la deputata Maria Elena Boschi, capogruppo Iv alla Camera, e il deputato del Pd Luca Lotti. Il 4 aprile si terrà l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, Sara Farini.

Duro scontro a distanza Renzi-Anm

Renzi è imputato per il reato di finanziamento illecito ai partiti assieme all’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione Open, agli imprenditore Marco Carrai e Patrizio Donnini, a Boschi e Lotti. Una vertenza culminata in un vero e proprio scontro a distanza tra l’Associazione nazionale magistrati e Matteo Renzi. Il quale, commentando la vicenda e il rinvio a giudizio a Porta a Porta, è passato all’offensiva dichiarando: «Io non mi fido di questi magistrati. Li denuncio. Ho il compito istituzionale di difendere chi non si può permettere una tribuna per spiegare che la legge è uguale per tutti. Anche per i magistrati». Parole che hanno infiammato un duro scontro a distanza tra Renzi e la giunta dell’Anm che, replicando a quanto sostenuto dal leader di Iv, ha ribattuto aspramente. Rilevando che le sue parole «travalicano i confini della legittima critica. E mirano a delegittimare agli occhi della pubblica opinione i magistrati che si occupano del procedimento a suo carico».

L’ordinanza sul M5S

E che dire dell’ordinanza del Tribunale di Napoli VII Sezione Civile, che ha disarcionato Conte e decapitato il già traballante M5S? L’Aula napoletana ha accolto il ricorso di tre attivisti sulla validità delle procedure che hanno portato lo scorso agosto all’elezione di Giuseppe Conte alla guida del M5S. E ora il Movimento, già nel caos, si ritrova a dover studiare le contromosse legali e un dissesto interno alimentato da una diatriba al vertice – tra Di Maio e l’ex premier, fedelissimi e frondisti – su cui ora grava anche il colpo arrivato con l’ordinanza.

Accolta la richiesta di scarcerazione per Pittelli

Infine, a chiudere la triade di casi, la scarcerazione di Pittelli: una richiesta presentata dai legali dell’avvocato ed ex parlamentare calabrese di cui il Tribunale di Vibo Valentia ha accolto l’istanza e commutato la pena in arresti domiciliari. Pittelli, imputato nel maxiprocesso Rinascita Scott, dunque ha lasciato il carcere dove, da alcune settimane, aveva cominciato lo sciopero della fame. E con soddisfazione da parte del comitato promotore dell’appello per Giancarlo Pittelli, che a riguardo ha sostenuto apertamente che – come ricorda Il Giornale sul suo sito – l’ex parlamentare di Forza Italia «ha il pieno diritto di affrontare il processo da uomo libero e non ristretto».

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