M5S, Conte: «Non tollererò guerre di logoramento interno. Le dimissioni di Di Maio? Doverose»

7 Feb 2022 11:07 - di Federica Parbuoni
conte

Nel M5S «non possono esserci agende personali, doppie o triple» e «non possono esistere le correnti». Giuseppe Conte risponde alla lettera con cui Luigi Di Maio aveva annunciato le dimissioni dal comitato dei garanti, chiedendo al contempo diritto d’asilo per «tutte le anime», con una netta chiusura. La «linea politica» è una e «spetta a me riassumerla e portarla avanti», ha rivendicato Conte, chiarendo di aver «valutato come doverose le dimissioni di Di Maio». La guerra dei Roses in chiave pentastellata, dunque, non accenna a rientrare, né a dare segnali di una tregua in vista. E, anzi, semmai può volgere verso un inasprimento. «Nel Movimento – ha detto l’ex premier – nessuno deve sentirsi indispensabile, nemmeno io». Una frase che suona come un avvertimento sul fatto che Conte non esclude lo scenario da «o lui o me».

Il caso Belloni? «Non so cosa abbia fatto Di Maio»

Intervistato da La Stampa, il leader M5s è tornato ancora, diffusamente, sul caso Belloni, continuando a sostenere la linea di una rottura inaspettata giunta da Di Maio, con quelle dichiarazioni che «mi hanno sorpreso». «Non so cosa abbia fatto concretamente Di Maio», ha detto Conte, rispondendo a una domanda se sia stato il ministro degli Esteri a sbarrare la strada alla candidatura di una donna. «So solo – ha aggiunto – che con i capigruppo abbiamo sempre vigilato perché quest’opzione crescesse giorno dopo giorno e rimanesse valida sino alla fine». Invece, è noto com’è andata.

Conte: «Spetta a me portare avanti la linea politica»

Dunque, anche rispetto alla partita del Quirinale, Conte ha rivendicato di aver adottato un metodo di condivisione, che a suo dire sarebbe incarnato da un numero di «incontri e cabine di regia» senza precedenti «nella storia del Movimento». «Questo sforzo serve a mettere a punto in maniera collegiale una linea politica che spetta a me riassumere e portare avanti. Seguire un diverso indirizzo, andare in direzioni opposte, non significa tanto indebolire una leadership quanto creare confusione e danneggiare il Movimento», ha commentato.

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