Giustizia, la riforma chiude solo un po’ le “porte girevoli” ai magistrati. Dubbi di FI ma Draghi va avanti
“Nessun rinvio” della riforma del Csm che va “oggi in Consiglio dei ministri al 100%”. La conferma arriva da fonti di Palazzo Chigi, dopo che nel preconsiglio – cioè la riunione preparatoria del Cdm- i partiti avevano chiesto più tempo e Forza Italia, in particolare, aveva sollevato dubbi sulla riforma dell’organo di autocontrollo della magistratura. Il Cdm si terrà in mattinata e subito dopo Draghi terrà una conferenza stampa. Il premier ha dunque intenzione di andare avanti per la sua strada tirando dritto.
La bozza di riforma che attende l’ok del Cdm si occupa delle cosiddette porte girevoli, cioè della facoltà di cui hanno fatto uso molti magistrati per diventare deputati o senatori senza perdere il diritto di tornare alla toga.
La riforma prevede che i magistrati che si sono candidati in competizioni elettorali e non sono stati eletti, per tre anni non possono svolgere funzioni giurisdizionali. La destinazione sarà individuata dai rispettivi organi di autogoverno. La stessa disciplina, divieto di svolgere funzioni giurisdizionali per tre anni, si applica ai capi di gabinetto, ai segretari generali presso i ministeri o ai capi dipartimento.
La bozza di riforma contiene anche il divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, come invece possibile oggi. Questo divieto vale sia per cariche elettive nazionali e locali; sia per gli incarichi di governo nazionali/regionali e locali.