Giorgetti strizza l’occhio ai centristi a nome della Lega e chiama Calenda: «Possiamo collaborare»

19 Feb 2022 12:25 - di Eleonora Guerra
giorgetti

Qualcosa di più di una cortesia istituzionale tra partiti. Al congresso di Azione, che si è aperto oggi a Roma, infatti, la partecipazione (da remoto) del ministro e vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, ha assunto i connotati di un abboccamento reciproco, nell’ambito di quei sommovimenti che attraversano tanto la sinistra quanto il Carroccio.

Calenda: «Con la Lega di Giorgetti si può dialogare»

A chiarirlo ci ha pensato lo stesso Carlo Calenda, sottolineando a margine dei lavori che «la Lega può essere un interlocutore se decide cosa essere». «Se è quella di Giorgetti – ha sottolineato – si può dialogare. Ma se è quella di Salvini non può essere: non è né dignitoso né serio dire una cosa la mattina e dire il contrario la sera».

Giorgetti: «Tra noi ci sono grandi spazi di collaborazione»

Giorgetti, dal canto suo, intervenendo dopo il segretario del Pd, ha detto che «non posso promettervi, come ha fatto Letta che saremo insieme e vinceremo le elezioni, ma certo ci sono grandi spazi di collaborazione tra noi». Più che una porta, un portone spalancato, dietro il quale non si può non scorgere l’orizzonte del pressing per una Lega «moderata», che farebbe un gran comodo alla sinistra alle prossime elezioni.

Il nodo del proporzionale e l’«urgenza» delle riforme

Giorgetti, quindi, ha avvertito che «le sfide che ci attendono impongono scelte impegnative, che impongono un governo che non solo possa, ma sappia decidere» e ha aggiunto che «l’urgenza di riforme e cambiamento non può ridursi alla legge elettorale, in particolare proporzionale». «Si può discutere di tutto, ma la legge elettorale proporzionale fatta semplicemente per avvantaggiare qualcuno è sempre sbagliata. La legge elettorale – ha proseguito il vicesegretario della Lega – deve permettere di avere un governo che possa decidere».

«Ineludibile aggiornare gli strumenti istituzionali»

Quindi, per il ministro dello Sviluppo economico «serve un governo che decida, una democrazia che aiuti la crescita senza pensare a tornaconti elettorali» e «serve un importante impegno di riforme: questa legislatura ci ha offerto un campionario incomprensibile rispetto agli esecutivi per i nostri osservatori esteri. Ma ora, al di là delle baruffe quotidiane della nostra politica, è ineludibile la necessità di aggiornare la strumentazione istituzionale. Penso ai tre poteri, su quello giudiziario dovremo affrontarlo a brevissimo, ma anche – ha concluso Giorgetti rivolgendosi alla platea del congresso di Azione – al rapporto tra governo e parlamento».

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