Dalle assurde accuse di “razzismo” alla censura della replica: l’autogol del “Dubbio” sul convegno di FdI

15 Feb 2022 19:08 - di Redazione

Lo scorso 8 febbraio Fratelli d’Italia aveva presentato in Senato nel corso del convegno “Report carceri” le sue proposte per migliorare il sistema carcerario. Due sue tutte: un piano di nuova edilizia penitenziaria e far scontare ai detenuti immigrati le pene nei propri Paesi d’origine. Qualificata e di livello la partecipazione al convegno, che oltre a prevedere esponenti di Fratelli d’Italia vedeva presenti e partecipanti anche i rappresentanti del mondo della Polizia penitenziaria: dai funzionari della Polizia Penitenziaria all’Unione sindacati di polizia penitenziaria, dal Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziariaal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Il convegno sulle carceri non piace al “Dubbio”, ma la reazione è un autogol

Un convegno che, però, evidentemente non era andato giù a “Il Dubbio, testata di riferimento dell’Avvocatura italiana e, come si legge nel sito, di proprietà della società Edizioni Diritti e Ragione s.r.l. che ha “fra le sue finalità la valorizzazione dell’avvocatura e la divulgazione dei diritti di difesa della persona”. Infatti, il giorno dopo, il 9 febbraio, il direttore Davide Varì stronca l’iniziativa con un corsivo su “Il Dubbio” dal titolo quanto mai eloquente: “Fdi e la gaffe nostalgica: ‘magrebini poco avvezzi a ordine e disciplina‘”. Stigmatizzando, inoltre, alcune dichiarazioni degli esponenti di FdI, decontestualizzandole dai singoli interventi, arrivando così a parlare di “chicche degne del manifesto della razza” oppure “che in Italia c’è ancora una parte di destra, la parte più nostalgica, che sembra ancora poco rispettosa dei diritti!”.

Critiche pesanti che spingevano lo stesso giorno l’organizzatrice e moderatrice del convegno, Sara Kelany, avvocato e componente dell’Ufficio studi di FdI, a scrivere una lettera di replica con la cortese richiesta di pubblicazione. Peccato però che da quel giorno non si abbia notizia della lettera e della sua pubblicazione. Insomma, nessun problema quando si tratta di fare la morale alla destra con il solito refrain del nostalgismo accusandola di poco rispetto dei diritti, ma chissà perchè quando si tratta di dimostrare il rispetto dei diritti allora scatta la censura “stalinista”.

Sono trascorsi ormai cinque giorni dall’invio della replica, ma sul “Dubbio” ancora nulla. Uscirà prima o poi? Magari domani, dopo aver letto questo articolo? Ce lo auguriamo, in nome della democrazia e della libertà di stampa. Intanto la replica la pubblichiamo noi.

L’articolo che accusa e la replica mai pubblicata di Sara Kelany

Ecco l’articolo de Il Dubbio 09-02-2022 nel quale si accusa FdI si avere reminescenze razziste. articolo al quale non è stato finora concesso diritto di replica con la pubblicazione della lettera di Sara Kelany che pubblichiamo di seguito.

Egregio Direttore,

oggi il Dubbio pubblica un articolo a firma di Davì a commento del convegno “Report carceri” svoltosi ieri nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, in cui Fratelli d’Italia si confrontava con i sindacati di polizia penitenziaria sull’annoso tema delle condizioni delle carceri italiane. Ebbene, il pezzo,per quanto breve, contiene numerose imprecisioni, su cui sorvoliamo, tuttavia la replica si impone in considerazione di un’affermazione assurda, infondata, ingiuriosa: Fratelli d’Italia avrebbe redatto un report degno “del manifesto della razza”, perché avrebbe affermato che i detenuti magrebini sono poco avvezzi alla disciplina ed al rispetto della divisa.

Sono un avvocato, membro dell’ufficio studi di Fratelli d’Italia e moderavo il convegno di ieri, dopo aver attentamente vagliato il report frutto del lavoro del senatore La Pietra, che per tre mesi ha ispezionato le carceri della regione Toscana: sedici istituti in cui il senatore è venuto a contatto con gli operatori, con i medici, con i direttori, col personale addetto alla sicurezza, riportandone le sensazioni e raccogliendone le doglianze.

Nasce così il rapporto presentato ieri, frutto del lavoro attento e appassionato della politica che ancora ama avere le mani sporche di lavoro e in nessuna parte del report è riportata la frase che maldestramente viene attribuita al mio partito. Nell’articolosi riporta un’affermazione pronunciata dal palco, decontestualizzandola e piegandola ad interessi ideologici. Il senso di ciò che è stato affermato in tre ore di dibattito con le sigle sindacali della polizia penitenziaria è il difficile rapporto con i detenuti, ancor di più con quelli stranieri, per la mancanza di mediatori culturali, cosa che frustra il detenuto rendendolo spesso incline alla violenza e alla violazione della disciplina. Queste sensazioni, che lo si creda o no, che lo si comprenda o no, che lo si comunichi o no, sono quelle riportate da chi ogni giorno opera nelle carceri, in condizioni al limite del disumano, senza strumenti, senza dotazioni e in forte inferiorità numerica rispetto alla popolazione carceraria.

Sono un avvocato, e sono per metà egiziana, mi sembra dunque singolare tacciare di razzismo un tavolo che ha scelto me per moderare. Sono un avvocato e sono certa, dunque, che sulla testata espressione dell’avvocatura, questa replica troverà spazio, in ossequio al sacrosanto principio del contraddittorio. La ringrazio“.

Sara Kelany, Componente Ufficio Studi Fratelli d’Italia

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