Checco Zalone dà fuoco alle polveri. Contro di lui la Cirinnà e la virologa Gismondo: porti rispetto…

3 Feb 2022 18:20 - di Francesco Severini
Zalone

Se nella prima giornata del festival era stato Achille Lauro, col suo battesimo profano, a tenere banco nelle polemiche del giorno dopo, nella seconda serata è stato il battitore libero Checco Zalone a dare fuoco alle polveri.

La sua favola trans ha disturbato la sensibilità acutissima di alcune paladine dei diritti Lgbt come Monica Cirinnà, mentre la canzone sulla pandemia col coro dei virologi in stile Queen ha irritato la ricercatrice Maria Rita Gismondo che dice: “Checco Zalone ha esagerato”. “Zalone sia certo – ha aggiunto – che non abbiamo bisogno di una pandemia per aver da lavorare e porti rispetto”.

Il comico pugliese sul palco dell’Ariston ha vestito i panni di Oronzo Carrisi da Cellino San Marco, cugino di Al Bano, che nel brano ‘Pandemia ora che vai via‘ si è chiesto cosa sarà degli scienziati protagonisti di social e media quando calerà l’attenzione su Covid-19. Un aperformance che ha fatto invece ridere il virologo Fabrizio Pregliasco, al quale la gag di Zalone è piaciuta. “A me piace molto Zalone e mi è piaciuto anche ieri, direi che ha colto un elemento di positività per il futuro. Spero presto di essere disoccupato almeno sulla parte di divulgazione scientifica” sul Covid “e che tutto quello che ha detto sia un elemento augurale”. Per non dire di Al Bano che si è detto grato al comico: grazie a Zalone anche io sono stato in qualche modo presente al Festival.

Monica Cirinnà ha trovato offensivo Zalone sul tema dell’omotransfobia. “Ha fatto bene a sceglierlo per il suo sketch – ha detto – però il risultato è stato disastroso. E non lo dico io. Lo dicono autorevoli voci della comunità trans che da quel pezzo si sono sentite offese, derise e ridicolizzate”.

Ovviamente ha trovato magistrale il monologo di Lorena Cesarini sul razzismo: “A differenza di Zalone – ha sentenziato –  lei sa di cosa parla. E lo sa perché l’ha vissuto e, ahimè, lo vive sulla propria pelle”.

 

 

 

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