Che cos’è lo Swift, l’arma segreta che Draghi ha promesso a Zelensky per stritolare Putin

26 Feb 2022 12:10 - di Lucio Meo

Che cos’è il codice Swift? Un’arma di guerra, ma silenziosa, invisibile, devastante, pericolosa per chi la usa contro il nemico ma anche piena di potenzialità. Dopo l’incomprensione di ieri, la telefonata di oggi e la promessa di Draghi a Zelensky sull’utilizzo, contro la Russia, dell’arma segreta del resto del mondo, il codice Swift da bloccare per punire Putin. Il colloquio di oggi “è un confronto e l’inizio di una nuova pagina nella storia dei nostri Stati”, scrive su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky spiegando che Draghi “ha sostenuto la disconnessione della Russia da Swift e la fornitura di assistenza alla difesa” di Kiev. “L’Ucraina deve entrare a far parte dell’Ue” conclude Zelensky.

Secondo Palazzo Chigi, Zelensky “ha confermato il chiarimento totale del malinteso di comunicazioni avvenuto ieri” e “ha ringraziato” il premier italiano “per il suo sostegno e per la forte vicinanza e amicizia tra i due popoli”. Draghi “ha ribadito al presidente Zelensky che l’Italia appoggia e appoggerà in pieno la linea dell’Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell’ambito Swift”. I due presidenti hanno concordato di restare in stretto contatto nell’immediato futuro.

Cos’è lo Swift, il sistema di transazioni mondiali

Cos’ lo Swift? L’acronimo per Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication ed è una cooperativa di istituzioni finanziarie istituita nel 1973 con sede in Belgio, un sistema di messaggistica sicuro che collega migliaia di istituzioni finanziarie in oltre 200 Paesi e territori e allerta le banche quando viene fatta una transazione. Ossigeno, per chi opera sui mercati globale, perché consente di avere garanzie e tracciabilità di enormi somme di denaro, un salto gigantesco rispetto al vecchio sistema che andava avanti col Telex. Oggi, grazie allo Swift, tutti possono verificare l’identità dell’istituto o dell’ente finanziario mittente o destinatario di un pagamento con una una media di 42 milioni di messaggi al giorno, l’11% in più rispetto al 2020, con la Russia che ha l’1,5% delle transazioni sul totale.

Secondo il New York Times il blocco dell’accesso a Swift limiterebbe la capacità della Russia di condurre transazioni finanziarie internazionali e costringerebbe banche, importatori ed esportatori a trovare un nuovo sistema per trasmettere i pagamenti anche se esistoni già sistemi alternatici come il cinese Cips, anche alla luce degli ottimi rapporti tra Mosca e Pechino.

Cos’è il codice Swift nella pratica bancaria? Può essere composto da 8 o 11 caratteri alfanumerici, ed è strutturato in modo da fornire tutte le indicazioni necessarie per identificare la banca del beneficiario del bonifico internazionale.

Gli elementi di cui è composto il codice SWIFT sono:

  • 4 lettere per il codice bancario
  • 2 lettere per il prefisso del Paese (IT nel caso dell’Italia)
  • 2 lettere o 2 numeri per la località
  • 3 cifre (opzionali) per la filiale di riferimento

Quando le ultime 3 cifre sono mancanti o sono segnalate come XXX, significa che ci si riferisce agli uffici centrali della banca.

Come funziona nella pratica? Se, ad esempio, siete a Roma e volete trasferire soldi a New York, potete andare in banca e fornire l’Iban del conto corrente della persona a cui volete inviare il denaro e il codice Swift (o Bic) del suo istituto di credito. A quel punto partirà un messaggio dalla vostra banca all’altra, che dà il via libera per il trasferimento dei soldi.

L’arma segreta che potrebbe avere controindicazioni forti

L’esclusione della Russia dal sistema internazionale Swift è dunque un’possibilità da oggi realmente in campo, nonostante i timori dello stesso ministro dell’Economia, Daniele Franco, preoccupato per gli approvvigionamenti di gas dalla Federazione Russa, che copre il 43% del fabbisogno nazionale. “È chiaro che il venir meno subitaneo di queste forniture potrebbe essere un problema”, aveva detto qualche giorno fa il titolare del Mef. “Questa è la preoccupazione, di questo abbiamo parlato: in ogni caso non c’è alcuna divergenza di opinioni sul fatto che le sanzioni debbano operare, dobbiamo solo stare attenti a non creare delle situazioni (negative) in molti Paesi, tra cui l’Italia, che utilizzano tutti i giorni il gas russo, che non può essere sostituito rapidamente”.

 

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