Cdm, ok agli aiuti all’Ucraina: mezzi militari e fondi per i profughi. E noi pronti a razionare il gas

28 Feb 2022 19:18 - di Prisca Righetti
Cdm Ucraina

Guerra Ucraina-Russia, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’unanimità al decreto legge per garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative di Kiev. Il Cdm sulle nuove misure di sostegno a favore del Paese è durato un’ora, e oltre agli interventi in aiuto di Kiev, ha previsto – per quanto riguarda i riflessi sull’Italia della guerra Russia-Ucraina – all’interno del testo, anche le norme per diversificare le fonti energetiche. Riprendendo, se necessario, le centrali a carbone. Ma andiamo con ordine.

Ucraina: da Cdm via libera a dl su invio mezzi e aiuti a Kiev

Sul fronte della difesa al termine del Cdm il provvedimento maturato «prevede un intervento per garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità di Kiev». Per l’invio delle armi, però, servirà l’ok delle Camere. Il decreto, infatti, contiene «una norma abilitante che, dopo una preventiva risoluzione delle Camere, consente al Ministro della difesa di adottare un decreto interministeriale per la cessione alle autorità governative dell’Ucraina degli aiuti materiali e gli equipaggiamenti militari».

Ucraina: Cdm, se riduzione gas, ok a razionamenti, ma ancora non necessari

Contestualmente, ribadendo la necessità di un’accelerazione sul fronte delle rinnovabili, il Consiglio dei ministri ha sondato la possibilità di ricorrere eventualmente ai razionamenti di gas. Anche se al momento non ce ne è necessità, ribadiscono fonti di governo. Nel caso arrivasse, si apre immediatamente – si desume dunque senza altri passaggi normativi – alla possibilità di ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento. Passa da qui l’apertura, approvata in Consiglio dei ministri oggi, al ricorso alla produzione da centrali a carbone semmai ce ne fosse bisogno. Una frenata, rispetto al processo di de-carbonizzazione in atto, resa necessaria dal conflitto in Ucraina.

Immediata possibilità di ricorrere ad altre fonti

Sul fronte energia, spiega infatti Palazzo Chigi a stretto giro dal via libera al provvedimento, «il decreto si occupa del livello di rischio imprevisto riguardo al normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale. Per questo si autorizza, anche a scopo preventivo, di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas, previste in casi di emergenza. Una eventualità – si diceva poco sopra – che al momento non corrisponde a quella in cui si trova il nostro Paese».

Massimizzazione della produzione da altre fonti

«La norma rende immediatamente attuabile, se fosse necessario, la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche oggi attive, attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti. E fermo restando il contributo delle energie rinnovabili. È inoltre eventualmente prevista la riduzione del consumo di gas nel settore termoelettrico. Che rappresenta una delle principali componenti della domanda media giornaliera di gas. Per rendere concretamente operative le misure, si affida una serie di compiti a Terna S.p.A., in qualità di gestore della rete di trasmissione nazionale».

Ucraina, il Cdm estende lo stato di emergenza fino al 31 dicembre

«Il Consiglio dei ministri ha deciso inoltre di incrementare le misure di soccorso ed assistenza alle persone che, in maniera massiccia, stanno cercando e cercheranno rifugio nell’Unione europea», a seguito del conflitto in Ucraina. «Per questo motivo il Cdm ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022. Rivolto ad assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto».

Profughi, risorse aggiuntive di «10mln di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali»

Non solo lo stato di emergenza prorogato fino a fine anno: con uno stanziamento aggiuntivo di «10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali»  consentirà di «organizzare ed attuare gli interventi più urgenti». Questa la decisione assunta dal Consiglio dei ministri di oggi per rafforzare la rete di accoglienza. Anche alla luce del fatto che una parte del flusso dei profughi ucraini «si indirizzi presso il nostro Paese, come in parte già sta cominciando ad avvenire», spiega una nota di Palazzo Chigi. Che poi ricorda anche come in Italia già vi sia una cospicua presenza di cittadini ucraini: circa 250.000 persone».

Ecco i punti del decreto per rafforzare la rete d’accoglienza dei profughi

n particolare, il provvedimento stabilisce: «Un incremento di 13.000 posti dei centri straordinari che potranno essere attivati dai Prefetti (CAS). Un potenziamento di ulteriori 3.000 posti del sistema di accoglienza e integrazione (SAI). Che i cittadini ucraini vengano ospitati nei CAS anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale. E che le disponibilità dei CAS e della rete SAI, già incrementate dopo la crisi afgana, vengano dedicate anche alle esigenze di sistemazione e accoglienza dei profughi ucraini».

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