Bettini da Richelieu a Papa: parla di “pecorelle”, “missione”, “travagli”. E ci prova con Forza Italia

2 Feb 2022 11:08 - di Valeria Gelsi
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Parla di «pecorelle», di «pastori», di «travaglio», di «missione». In molti descrivono Goffredo Bettini come un Richelieu della nostra politica. Una definizione che, ha spiegato, lo «amareggia». Dev’essere per questo che il notabile Pd, dopo la partita del Quirinale, sembra ormai aver assunto un lessico da Pontefice. «La situazione attuale è descritta come una Caporetto della politica. Non sono d’accordo. Il Parlamento ha avuto una sua vitalità. Anzi, le “pecorelle” si sono dimostrate assai più sagge di alcuni “pastori”», sono state le sue parole, accompagnate da atteggiamenti ecumenici, che interessano non il M5S, da sempre nei suoi piani di allargamento dell’area di influenza Pd, ma anche Forza Italia e, per certi versi, perfino Matteo Salvini.

Bettini: «Il Pd deve guardare al travaglio di Forza Italia»

Intervistato da Repubblica, Bettini ha sottolineato che «sono i partiti in difficoltà. Hanno mancato un’occasione». «Eppure da questo passaggio essi ne possono uscire con idee, aggregazioni, schemi nuovi», ha aggiunto il dirigente Pd, volgendo lo sguardo verso Forza Italia. «Se le forze liberali ora spezzettate e senza federatore convergessero nel dare voce ad un elettorato almeno del 10% attualmente senza rappresentanza, sarebbe una svolta nella politica italiana. Non si tratta di sostituire i 5S e le altre forze dell’area di sinistra, ma – ha detto Bettini – di allargare la rete di dialogo in tutte le direzioni guardando anche al travaglio di Forza Italia. Questa è la missione del Pd, se intendo bene la strategia di Letta». Per Bettini così «si possono aprire nuove speranze», perché «siamo nel pieno di una battaglia di egemonia».

Il superamento del M5S: ora si parla di «partito di Conte»

Quanto al M5S, Bettini parla ormai del «partito di Conte», assicurando di non aver «avvertito nessuna trama» tra l’avvocato di Vulturara Appula e Salvini. Nella partita per il Quirinale, è l’analisi «Il leader M5S ha svolto la sua legittima iniziativa politica». «Mi fido di Conte», ha aggiunto l’esponente dem, citando le parole di Enrico Letta e sottolineando che «Di Maio ha un ruolo decisivo nel governo Draghi, in quanto Ministro degli Esteri». Ma «Conte è il leader del M5S: l’interlocutore principale rimane lui» e, quindi, «l’importante per me è che il partito di Conte rimanga ben piantato nel campo democratico».

Per il proporzionale “papa Bettini” assolve pure Salvini

Date tutte queste premesse è chiaro che per Bettini «serve modificare la legge elettorale, occorre il proporzionale» che immagina con uno sbarramento al 5%. «I partiti devono definirsi meglio e radicarsi. I governi vanno formati sulla base di programmi alla “tedesca”, precisi e realisti», ha sentenziato, proponendo una narrazione di «compromessi alti per il bene della Nazione». «Penso ci siano le condizioni per trovare un’intesa in Parlamento», ha assicurato, lanciando infine una strizzata d’occhio pure a Salvini. «Anche lui sta riflettendo. Ha pagato – sono state le parole di conforto di Bettini – il peso dell’intera coalizione sulle sue spalle».

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