Appalti pilotati, arrestati il sindaco di Berzo Demo e il responsabile del settore tecnico. Le indagini

23 Feb 2022 11:59 - di Redazione
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Appalti pilotati a Berzo Demo in provincia di Brescia, arrestati il sindaco e il responsabile servizio settore tecnico. Nella mattinata è stata data esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Brescia. L’attività investigativa ha visto come indagati alcuni rappresentanti dell’amministrazione comunale di Berzo Demo. Sono finiti agli arresti domiciliari il sindaco del Comune di Berzo Demo, Giovan Battista Bernardi e il responsabile del servizio del settore tecnico manutentivo e patrimonio del medesimo Comune.

Appalti a Berzo Demo, i reati contestati

I reati contestati, riporta l’Adnkronos, sono quelli di turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. L’operazione costituisce il naturale epilogo dell’attività investigativa, avviata a febbraio del 2021 e conclusasi nel successivo mese di giugno, che ha portato complessivamente a indagare in stato di libertà cinque persone, ritenute presunte responsabili della manipolazione di operazioni legate all’ aggiudicazione di appalti pubblici gestiti dal comune di Berzo Demo. L’inchiesta è partita da un esposto della minoranza in Consiglio comunale.

Appalti, le indagini

Le indagini dei carabinieri, sviluppate attraverso attività d’intercettazione telefonica e ambientale ma soprattutto attraverso l’analisi di numerosi documenti amministrativi, hanno consentito di accertare presunte irregolarità nella gestione delle gare di appalto e nell’assegnazione dei lavori per la fornitura di materiale edile, dei servizi di pulizia degli immobili comunali, oltre che dell’affidamento dei servizi di videosorveglianza.

Inizialmente sotto la lente degli inquirenti e della magistratura bresciana è finita la procedura negoziata finalizzata alla fornitura di materiali edili al Comune di Berzo Demo. Alla gara, come riporta l’Adnkronos, avrebbe partecipato un’unica ditta cui era stato affidato l’incarico, seppur in realtà i materiali sarebbero stati forniti al Comune dall’azienda di famiglia della quale il primo cittadino risulterebbe socio al 45%. Tali irregolarità sarebbero state registrate per i servizi di fornitura relativi ai periodi 2018-19 e 2020-22.

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