Uno straccio in bocca poi la coltellata alla gola, così il papà ha ucciso il piccolo Daniele

5 Gen 2022 17:36 - di Paolo Lami

Ha capito che stava per morire Daniele Paitoni, il bambino di 7 anni ucciso dal padre Davide a Morazzate, in provincia di Varese il giorno di Capodanno.

Daniele si è reso conto di quanto stava per accadere, secondo il gip di Varese Giuseppe Battarino . Che, nell’ordinanza, ricostruisce le fasi dell’aggressione mortale messe a segno con un’organizzazione “preventiva” tanto che al padre viene contestata la premeditazione.

Lo ha ucciso con crudeltà, infilandogli uno straccio nero in bocca per impedirgli di gridare. E poi gli ha dato un colpo secco.

“Si può facilmente immaginare l’indagato – scrive il gip – che propone al figlio, che sta per sgozzare, di fare una sorpresa al nonno e di portargliela nella sua camera; e che dice al padre (presente nell’abitazione ma ignaro dell’omicidio, ndr) di aspettare nella sua camera dove sta guardando la televisione, la sopresa del nipote; racconta poi di un ulteriore inganno alla piccola vittima ‘con la scusa di fargli la merendina, di fargli il dolcetto, l’ho fatto sedere nella sedia‘ e aggiunge di averlo ucciso con ‘un colpo secco‘”.

Prima però gli infila quel pezzo di stoffa nera in bocca per evitare che il bambino possa urlare.

“Lo straccio in bocca indica efferatezza e determinazione nell’autore del delitto e induce a pensare alla consapevolezza del piccolo Daniele che qualcosa di tremendo stava per accadergli. I momenti che hanno preceduto il gesto con cui il padre ha affondato il coltello nella gola del bambino per la piccola vittima sono stati brevi e interminabili: è un ossimoro indispensabile a descrivere la crudeltà del gesto, che Daniele ha vissuto con l’intera angoscia e l’intero dolore immaginabili“.

Daniele è stato accoltellato con un solo colpo alla gola, probabilmente inferto dalle sue spalle – cioè senza guardarlo in faccia – vista l’assenza “di ferite da difesa“, ma il piccolo si sarebbe reso conto di tutto.

Il corpo di Daniele è stato trovato rannicchiato in un armadio, accanto aveva piccoli aeroplanini di carta fatti con il papà pochi giorni prima: “aeroplanini su cui scrive espressioni affettuose per il padre”, come “‘papà e Daniele sempre insieme‘”.

Dopo l’omicidio inviato due messaggi alla moglie, dalla quale si stava separando, mostrando una “freddezza criminale e una organizzazione del pensiero e dell’azione del tutto sintonizzate con la premeditazione dei delitti”, scrive nell’ordinanza il gip di Varese.

Dopo aver sgozzato il piccolo Daniele scrive alla moglie dicendo di aver passato “una bella giornata” con lui. Un messaggio per rassicurarla, poter raggiungere la casa della donna a Gazzada Schianno e provare ad ammazzare anche lei.

D’altra parte, secondo il gip, nessunn atteggiamento di Davide Paitoni lasciava presagire che sarebbe stato capace di sgozzare suo figlio di 7 anni.

Il giudice sottolinea come i genitori del piccolo Daniele si stessero separando – la gestione del bambino era regolata da accordi che venivano presi di volta in volta dagli avvocati – ma come sia stata proprio la mamma Silvia a portare il giorno dell’omicidio il figlio nella casa di Morazzate, dove è avvenuto il delitto.

In assenza di un provvedimento di separazione, la madre avrebbe potuto non portare il figlio dal padre se ci fosse stato un minimo allarme o sentore, invece anche quando il 40enne è finito ai domiciliari per il tentato omicidio di un collega la gestione del bambino è stata presa “in accordo tra l’indagato e la moglie“.

Secondo il gip, Davide Paitoni,ha agito per “‘punire’ la moglie“. E, dunque, sarebbe questo il movente indicato dal giudice che ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare del carcere.

Nell’ordinanza si sottolinea la “sorda, occulta e progressiva determinazione ‘punitiva‘ di Davide Paitoni” e come fosse proiettata “in una pluralità di direzioni” come è attestato dai suoi messaggi al padre “in cui parla anche della necessità di far soffrire i familiari della moglie“, in particolare la suocera.

Davide Paitoni deve rispondere dell’omicidio del piccolo Daniele aggravato dalla premeditazione, dall’aver agito contro un discendente, per motivi abbietti “consistenti nella volontà di punire la moglie e di attuare una sorta di ritorsione nei confronti della stessa”, così come deve rispondere del tentato omicidio aggravato della moglie accoltellata “ripetutamente” con un grosso coltello da cucina al viso, all’addome e alla schiena.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *