Un’antiabortista a Strasburgo. La maltese Metsola (Ppe) “in pole” per succedere a Sassoli

12 Gen 2022 20:54 - di Redazione
Metsola

Per quanto inattesa, la morte di David Sassoli non coglie di sorpresa il Parlamento europeo, che dovrà ora procedere all’elezione del nuovo presidente. la sostituzione era infatti già programmata nell’ambito della staffetta tra socialisti e popolari. Vi aveva contribuito poco prima di Natale lo stesso Sassoli annunciando la propria rinuncia («per non spaccare il fronte europeista») a competere per la riconferma. La scadenza è martedì prossimo, quando sul più alto scranno del Parlamento di Strasburgo dovrebbe salire la maltese Roberta Metsola, cattolica, popolare e convinta antiabortista. Posizione, quest’ultima, che impone l’uso del condizionale nonostante i giochi in suo favore sembrino fatti.

Sulla Metsola potrebbe convergere anche l’Eccr

Oltre ai voti del Ppe, Metsola dovrebbe infatti ricevere il sostegno dei Socialisti&Democratici, dei liberali di Renew Europe e dei Verdi. Qui, però, i convincimenti antiabortisti della candidata potrebbero causare molte defezioni. Tante, almeno, da impedire di tagliare il traguardo al primo scrutinio. Su di lei potrebbero tuttavia convergere i Conservatori dell’Eccr, gruppo che comprende anche i Fratelli d’Italia. L’Eccr ha candidato alla presidenza il polacco Kosma Zlotowsky. Una candidatura che gli stessi sostenitori definiscono di bandiera. E questo rafforza l’ipotesi che, dal secondo scrutinio in poi, i voti dei Conservatori e Riformisti convergano sulla Metsola.

Una scelta dai molti risvolti

Non sarebbe orientato a fare altrettanto, almeno al momento, il gruppo di Identità e Democrazia, nel quale siede la Lega. Ma nessuno può escludere che avvenga il contrario ove mai le defezioni tra Verdi, liberali e socialisti dovessero superare il livello di guardia. L’eventuale convergenza dei voti conservatori, e ancor di più quelli sovranisti su Metsola come nuovo presidente dell’Europarlamento, sposterebbe di molto gli equilibri politici all’interno della Unione perché vedrebbe l’ingresso delle forze considerate “euroscettiche” nei posti di comando. Di certo, segnerebbe la fine di quella sorta di “arco costituzionale” Ue che ha finora sterilizzato ogni cultura politica diversa da quelle egemoni, popolare e socialista.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *