Stupri di Capodanno come una pacca sul sedere: l’indegno paragone del quotidiano “Domani”
E’ inutile girarci attorno. Per il/la salottiero/a progressista ciò che è avvenuto a Milano la notte di Capodanno ai danni di undici ragazze è un sopruso maschile. Senza ulteriori sfumature. Guai a tirare fuori la connotazione etnica. Che viene sostanzialmente negata a dispetto dei verbali delle vittime che parlano, tutte, di gruppi di 30-50 nordafricani.
Dettaglio trascurabile, per il quotidiano “Domani”. Che in un commento della sociologa Giorgia Serughetti imbocca senza infingimenti la strada della minimizzazione. L’autrice del pezzo parla di “aggressioni inflitte ad almeno nove ragazze da un branco di giovani uomini, stranieri e italiani di seconda generazione”. Aggressioni? No, si è trattato di violenza sessuale. Una delle ragazze è stata spogliata e trascinata in alto come un trofeo , curata per lesioni al seno e alla vagina alla clinica Mangiagalli. Che altro ci vuole per fare scrivere correttamente che si è trattato di stupro? No, il giornale diretto da Stefano Feltri si attiene alla linea dettata dal Pd: è colpa del patriarcato.
Ma la parte per la quale l’autrice si dovrebbe semplicemente vergognare viene dopo. Cioè quando scrive che “ridurre la materia a un problema di norme sull’immigrazione o di disagio delle periferie contraddice l’evidenza di comportamenti molesti e violenti del tutto simili messi in atto da uomini “nativi” e di ceto medio o elevato. Basti ricordare il caso recente della giornalista televisiva Greta Beccaglia, palpeggiata da un tifoso durante il suo collegamento dalla partita Empoli-Fiorentina. Il responsabile si è scoperto essere un italianissimo ristoratore quarantenne“. Del tutto simili? Ne è proprio sicura?
E’ davvero indecente mettere sullo stesso piano le due condotte. Entrambe ascrivibili al reato di violenza sessuale ma molto diverse nella sostanza, anche per le conseguenze psicologiche su chi le subisce. E ciò solo al fine di minimizzare dicendo: i maschi sono così, bianchi, neri e gialli. Gli immigrati non c’entrano. Perché questo solo è l’obiettivo ideologico di commenti di questo tipo: assolvere l’immigrato che stupra, far passare l’idea che l’italiano che tocca il sedere alla giornalista sia sullo stesso piano. Che dire? La signora potrebbe almeno leggersi i verbali delle ragazze violate prima di elargire le sue improponibili riflessioni.
Li riportiamo qui. “Posso dire -racconta una delle ragazze – che tutto intorno era uno schifo, c’erano molti giovani e chiunque passasse si prendeva la libertà di mettere le mani addosso. Mi spintonano e mi trattengono mentre cerco di allontanarmi. Iniziano a strapparmi i vestiti, la maglietta, il reggiseno e palpeggiarmi il seno. Grido in cerca di aiuto e lancio la mia borsetta agli aggressori, sperando che ciò basti per farli desistere, ma non serve”.
Un’altra racconta «di essere stata letteralmente travolta alle spalle da un’ondata di uomini che l’avevano palpeggiata violentemente nelle parti intime, mettendole le mani sul fondoschiena, sull’ano, sulla vagina al punto da rompere i collant».
Infine la polizia, giunta sul posto, trova “personale medico del 118 che stava prestando le prime cure ad una donna, R. B., che era stata accerchiata, spogliata e palpeggiata nelle parti intime da un gruppo di 30/40 cittadini di origine nordafricana. Visibilmente scossa, R.B. era in compagnia di un’amica, S.V., e di C.C. una passante che aveva assistito alla violenza sessuale di gruppo commessa nei confronti di R.B. E che era riuscita a registrare con il proprio cellulare gli attimi finali della violenza di gruppo, alle ore 00:47 circa del 1 gennaio 2022”.