«Sassoli patriota italiano e grande europeo»: Macron conferma che si può essere l’uno e l’altro

11 Gen 2022 16:04 - di Giacomo Fabi
patriota

«La nostra Unione ha perso nello stesso tempo un patriota italiano, un grande europeo e un instancabile umanista». È caloroso e partecipato il ricordo di David Sassoli che Emmanuel Macron ha affidato ad un tweet postato sul proprio account ufficiale. Sopra il commento, una foto che ritrae insieme il presidente della Repubblica francese e quello del Parlamento europeo scomparso la notte scorsa. Del messaggio di cordoglio di Macron, preme sottolineare in particolare il riferimento al “patriota“. Innanzitutto perché dimostra che quel termine è tutt’altro che desueto, che non si coniuga necessariamente con l’obiettivo di sopraffare altre identità e che è il più adatto a pennellare positivamente l’opera di chi ha ricoperto una funzione politico-istituzionale di garanzia.

Così in un tweet in ricordo del presidente dell’Europarlamento

Fosse stata, “patriota“, una parola ormai priva di presa sulla pubblica opinione, si può star certi che Macron non l’avrebbe mai usata. Invece l’ha fatto, connettendola per giunta all’espressione «grande europeo». Per la serie: l’una non esclude l’altra. Farebbero bene a capacitarsene i tanti esponenti politici italiani che “tifano” per la sua riconferma all’Eliseo alle presidenziali del prossimo aprile. Spesso gli stessi che in Italia scaricano su quella stessa parola massicce dosi di sarcasmo, se non di autentico fiele. Lo diciamo come mera constatazione e al riparo da intenti polemici, improponibili in questa sede. Ma ci piace anche immaginare – e questo è il secondo motivo di interesse suscitato dal “patriota” – che Macron abbia scelto con cura questa parola, magari con l’obiettivo di sdoganarla anche presso la gauche di casa nostra.

“Patriota” è una parola rilanciata dalla destra

Si accomodi pure, sebbene l’operazione gli imponga come tributo l’implicito riconoscimento di un indizio egemonico che riconduce alla cultura della destra italiana. Non perché detenga il monopolio del patriottismo, ma perché è stata la sua leader Giorgia Meloni a griffarlo come prerequisito per chiunque ambisca a rappresentare l’unità dell’Italia e degli italiani dal colle del Quirinale. E Macron, si sa, guarda con estrema attenzione anche alle imminenti presidenziali di casa nostra. Una ragione in più per immaginare che nel suo elogio al «patriota Sassoli» risuoni implicito l’allarme a non regalare la patria alla destra. Sembra niente, ma sono queste le vittorie che durano.

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