Renzi e la Boschi ai ferri corti, colpa del Quirinale? Dagospia mette insieme pezzi, retroscena e…
Maria Elena Boschi e Matteo Renzi più distanti che mai. Anzi, addirittura, per Dagospia i due in questo momento sarebbero su posizioni politiche talmente distanti da titolare il servizio sulla presunta freddezza in corso sul fatto che leader di Iv e braccio destro non si parlerebbero più. Il motivo del contendere? Posizioni diverse e inconciliabili, si direbbe in una documento di divorzio, sul prossimo inquilino del Quirinale. Una teoria che, un’intervista a La Stampa rilasciata dall’affascinante Meb e un retroscena ricostruito dal Messaggero, lascerebbero adombrare il dubbio che la frattura tra Renzi e la Boschi possa rispondere a qualcosa in più che a una semplice voce di corridoio…
Quirinale, il pomo della discordia tra Renzi e la Boschi
Come si potrebbe dedurre, per esempio, da quanto la Boschi, sul capitolo Quirinale e sulle note a piè di pagina relative a ruolo e prospettive di Mario Draghi, dichiara al quotidiano torinese, netta e inequivocabile: «Meloni, Conte e Letta vogliono il voto». L’attuale premier sarebbe un «ottimo presidente», chiarisce, ma «andare a votare nel 2022 sarebbe un errore». E il governo senza Draghi «sarebbe meno forte». Un discorso fatto a nuora perché suocera intenda, che idealmente si sposerebbe col già citato retroscena del quotidiano capitolino: che vedrebbe Renzi sulla stessa lunghezza d’onda dei centristi, e alla ricerca di un accordo sull’elezione del prossimo presidente della Repubblica intorno alla figura di Mario Draghi.
Dagospia mette insieme i pezzi dell’intervista a Meb de “La Stampa” e del retroscena del “Messaggero” su Renzi…
«C’è un documento – si legge sul quotidiano romano che Dagospia riporta di seguito all’intervista de La Stampa alla Boschi – che gira di mano in mano tra i maggiorenti, pochi e di alto livello, dei centristi di Coraggio Italia e di Italia Viva, i due gruppi che hanno deciso, frequenti le vicendevoli telefonate tra i leader, Toti e Renzi, di unirsi per giocare da protagonisti la partita del Quirinale». E ancora: un testo in cui «si traccia un percorso possibile per l’elezione del presidente della Repubblica e l’identikit per la figura da mandare sul Colle è quello di Mario Draghi. Ma con due condizioni incorporate»…
Quirinale, la road map di Renzi e il percorso della Boschi vanno in direzioni opposte. Da qui il blackout tra i due?
Insomma, una road map quella delineata dal leader di Italia Viva, che andrebbe in direzione diametralmente opposta al viatico auspicato e perseguito dalla capogruppo renziana alla Camera. Che, tanto per essere chiara, nella sua intervista a La Stampa ribadisce anche: «Non appartengo al gruppo di chi vuole spiegare a Draghi che cosa deve fare da grande. Lo giudico un ottimo premier e sarebbe un ottimo presidente della Repubblica. Per eleggerlo, però, serve che il Parlamento abbia le idee chiare sul dopo. Andare a votare nel 2022 sarebbe un errore e un governo tecnico senza la credibilità di Draghi sarebbe meno forte. Dunque vediamo cosa costruirà la politica». Una sorta di monito, il suo, che lascerebbe intendere tra le righe i motivi del blackout in atto tra Renzi e la Boschi. Un punto su cui, invece, entrambi tacciono…