Quirinale, il “movimentismo” di Draghi, che fa le “sue” consultazioni con Mattarella, Fico e Cartabia

19 Gen 2022 9:21 - di Gabriele Alberti
Draghi

Anche Mario Draghi fa le sue “consultazioni” e in parecchi tra gli addetti ai lavori hanno notato un inusuale attivismo. Che spiazza partiti e ministi del suo governo. Nonché i retroscenisti che danno seguito a interpretazioni disparate. Martedì il premier ha incontrato al mattino il presidente, Sergio Mattarella, al Quirinale. A metà pomeriggio il capo del governo è andato a Montecitorio e ha avuto un colloquio di un’oretta con Roberto Fico. Rientrato a palazzo Chigi, Draghi ha ricevuto la ministra della Giustizia,Marta Cartabia; poi la responsabile dell’Istruzione Maria Cristina Messa e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. L’interpretazione principale di queste “consultazioni” vede prendere quota la suggestione di uno schema preciso:Draghi starebbe valutando la possibilità di lui al Quirinale e la ministra della Giustizia alla guida del governo.

Draghi fa le “sue” consultazioni

La domanda, infatti, che si rincorre nei corridoi dei palazzi della politica è la seguente: è un caso oppure no che l’agenda di Draghi si infittisca proprio nel giorno in cui Berlusconi è sembrato in frenata sulla sua candidatura al Colle? E’ altamente improbabile che non si sia parlato del Quirinale con Mattarella e gli altri. Con il primo, riferiscono fonti governative e presidenziali, si è parlato di alcuni adempimenti istituzionali. “Ma fonti parlamentari hanno addirittura avvalorato la ricostruzione che il premier abbia voluto sondare personalmente Mattarella. Per capire se ci siano margini per un clamoroso bis”: è il retroscena del Corriere della Sera. Con  il presidente della Camera, Roberto Fico, Draghi avrebbe cercato di capire  “quanto sia ingarbugliata la matasse dei parlamentari bloccati dal Covid; e chiedere a Fico che aria tira tra i grillini (il gruppo parlamentare più numeroso): alla vigilia di un voto che potrebbe vederlo appunto protagonista”, ricostruisce Libero.

Draghi ha incontrato, Mattarella, Cartabia, Fico e Guerini

Se nelle stanze della presidenza del Consiglio,  «le bocche sono cucite» e viene smentita qualsiasi interpretazione, il “movimentismo” di Draghi non può essere derubricato a ritualità  istituzionale. Il fatto è, infatti, che gli incontri sono avvenuti lo stesso giorno a poche ore di distanza l’uno dall’altro.  A sentire diversi deputati, “che temono come la peste il voto anticipato, Fico avrebbe illustrato a Draghi i numeri degli schieramenti in vista delle votazioni sul Quirinale. E il presidente del Consiglio gli avrebbe chiesto se i gruppi del M5S potranno mai convergere sul suo nome; dopo che ai parlamentari Giuseppe Conte ha detto «Draghi deve restare al governo»”. E’ la ricostruzione del Corriere anche se Per gli staff di Fico e Draghi si tratta di  illazioni.

Quando Berlusconi frena, Draghi diventa “movimentista”

Per quanto riguarda l’incontro con la ministra della Giustizia, la versione di Palazzo Chigi è semplice: oggi la Cartabia  terrà la relazione sull’amministrazione della Giustizia e, dunque, un colloquio con il premier troverebbe ampia “giustificazione” senza scomodare illazioni sul futuro del governo. Insomma, da parte di Draghi non ci sarebbe alcun segnale dietro la fitta giornata di incontri, nessuna tessitura per favorire la sua ascesa al Colle e “organizzare” il futuro del governo, secondo fonti di palazzo Chigi. Draghi indubbiamente non resta “in vigile attesa” nelle more del dibattito all’interno del centrodestra e dei giallorossi.

Dopo le prime tre votazioni

“Sa bene che la sua più grande debolezza è paradossalmente il ruolo che ricopre attualmente, quello di presidente del Consiglio”, fa notare Libero. “Posto dal quale le forze di maggioranza non vorrebbero spostarlo per evitare di provocare scosse dalle conseguenze non prevedibili” per nessuno. Pertanto, nello stallo della politica, il suo nome è quello che “dopo le prime tre votazioni,  il muro contro muro potrebbe fare di lui una sorta di “candidato inevitabile” qualora il collegio elettorale non riesca a trovare una sintesi”.  Nessuno dei due schieramenti ha i numeri per farcela da solo. E non appena la giornata fa registrare un momento di pausa in Berlusconi, ecco che Draghi si riprende la scena, sondando la via a un presidente della Repubblica condiviso. Cioè lui. “Soluzione che piacerebbe a Base riformista, la corrente Pd guidata, guarda caso, da Guerini. Altro “tassello” della giornata intensa di Mario Draghi.

“E’ nella segretezza che va ricercata la chiave per interpretare il giro di incontri”, suggerisce La Stampa. Che titola. “Si riparte da Draghi”.”Un ritmo e un’intensità di colloqui inversamente proporzionali alla disponibilità di informazioni da parte delle fonti ufficiali”. Visto che solo nel tardissimo pomeriggio si è saputo di questo ventaglio di incontri.

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