Mughini legge in chiave garantista le memorie dell’ex ordinovista Francesco Rovella
11 Gen 2022 9:44 - di Redazione
Ha preso in mano quel libro e non se ne è più separato. Lo racconta oggi sul FoglioGiampiero Mughini a proposito delle memorie di Francesco Rovella, Più forte del fuoco (Settimo Sigillo). Il punto di vista sui Settanta di un ragazzo di buona famiglia che, attraverso gli anni della militanza giovanile si ritrova in ultimo ad affrontare la dura esperienza del carcere. Mirabilmente raccontata, nella sua crudezza, nelle pagine del libro. E sono sempre le storie personali, vissute, a restituire le testimonianze migliori di quel periodo, al di là e oltre le ricostruzioni storiografiche.
La Catania nera degli anni Settanta
Siamo a Catania, che è anche la Catania di Giampiero Mughini. La Catania nera dove il Msi nel 1971 sfiora il 20 per cento. Dove gli avversari politici più che nemici sono giovani che hanno recitato la loro parte in commedia. “Nome di battaglia “Checco” al tempo della sua militanza in Ordine Nuovo – scrive Mughini a proposito del libro – Rovella è più giovane di me di una dozzina d’anni. Da oltre vent’ anni è un gallerista d’arte e un organizzatore di mostre, mestieri in cui si ritrova perfettamente…”.
“Il peggio della sua biografia – continua Mughini – comincia quando l’Ordine Nuovo di cui lui aveva fatto parte viene messo fuori legge perché reputato un’organizzazione il cui intento fondamentale era quello di distruggere le fondamenta dello stato democratico italiano. Una valutazione e una decisione de iure che lasciò e lascia perplessi quanti di noi sono abituati a pensare che le aule dei tribunali non siano i luoghi più idonei a valutare le farneticazioni ideologiche degli estremisti tanto di destra quanto di sinistra”.
La vicenda di Paolo Signorelli
Quindi Mughini ricorda di avere conosciuto bene Paolo Signorelli, uno dei fondatori di Ordine Nuovo, il quale ammetteva di avere giocato con il fuoco ma che non era uno scellerato criminale, e fui felice di sedere accanto a Francesco Rutelli la volta che i radicali organizzarono la sua difesa dalle accuse di esserlo.
E racconta ancora di avere letto il recente libro di Sandro Forte (Ordine Nuovo parla, Mursia, 2020) in cui si spiega che l’identità di Ordine Nuovo è stata quella di un laboratorio politico e culturale che cercava di offrire piste a una destra moderna.