Milano, famiglia rom occupa la stessa casa da cui era stata sgomberata. Il tema sicurezza torna alla ribalta

5 Gen 2022 16:20 - di Redazione

Una famiglia rom ha occupato a Milano, in via Salomone, la stessa casa da cui il nucleo familiare era stato sgomberato due anni fa. L’episodio ha avuto luogo nella notte tra il 3 e il 4 gennaio e ha fatto tornare al centro delle cronache cittadine il problema delle occupazioni abusive.

L’occupazione in via Salomone

«Dopo l’ennesima occupazione in Via Salomone si riapre con ancora più preoccupazione la situazione di insicurezza  per tutti i residenti del caseggiato», afferma Alessandro Verri, capogruppo della Lega in Consiglio comunale. «E’ assurdo che in una città come Milano che, secondo Sala dovrebbe essere un modello da seguire, accadano ancora questi episodi».

La famiglia rom sgomberata due anni fa

«Questa occupazione – prosegue Verri – ha dell’incredibile perché già due anni fa la stessa famiglia di etnia rom era stata sgomberata a seguito delle numerose lamentele dei vicini e dalle minacce che rivolgevano agli stessi», racconta l’esponente della Lega, «e ora, dopo il continuo girovagare con la loro roulotte intorno al caseggiato per tentare di occupare nuovamente il vecchio alloggio, l’altra notte ci sono riusciti».

Le forze dell’ordine non sono potute intervenire per la presenza di un figlio minore

Nonostante la flagranza di reato, «gli uomini in divisa non sono potuti intervenire poiché uno dei figli è risultato essere minorenne e i Servizi Sociali del Comune di Milano non dispongono attualmente di alloggi di emergenza. Quindi», sottolinea Verri, «pur essendoci un protocollo d’Intesa tra Prefettura e Comune che prevede una presa in carico immediata di questi casi da parte dell’amministrazione locale, si dimostra ancora una volta l’inefficienza dei Servizi sociali della giunta guidata dal sindaco Sala».

Oscar Strano, referente del Comitato Salomone Rinasce, è ancor più netto. «La misura è colma. In questo ultimo anno abbiamo visto troppi tentativi di occupazione andati a segno e l’impotenza delle istituzioni. Chiediamo che il protocollo sulla flagranza di reato venga rispettato e che questo, come tanti altri nuclei famigliari, venga sgomberato».

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