Costa Concordia: si sacrificò per salvare due bimbi, ma l’Italia non ha tempo per dargli una medaglia

10 Gen 2022 18:21 - di Gigliola Bardi
costa concordia

Salvò due bambini di tre anni e mezzo e i loro genitori, cedendo il suo posto sulla scialuppa di salvataggio. A dieci anni da quel gesto eroico, però, per Giuseppe Girolamo, musicista della Costa Concordia che poi morì a 30 anni nel naufragio, non c’è asilo tra negli annali della Repubblica. Da tempo la città di Alberobello chiede, fornendo prove e testimonianze, che gli sia riconosciuta la medaglia d’oro al valor civile. Una richiesta che, però, continua a cadere nel vuoto, come ha denunciato il sindaco Michele Maria Longo, non nascondendo tutta l’amarezza per questa vicenda.

La richiesta di medaglia per l’eroe della Costa Concordia

Longo, in vista del decimo anniversario della tragedia che cadrà il 13 gennaio, ha ricordato come più volte la sua amministrazione abbia inoltrato la richiesta con lettere ufficiali al Ministero dell’Interno, alla presidenza del Consiglio, alla prefettura di Bari e alla presidenza della Repubblica, e come in particolare «da due anni la prova cardine per conferire al nostro concittadino la medaglia al valore civile c’è: si tratta della testimonianza diretta di un atto che tranquillamente possiamo definire di eroismo». Tutto, però, si è sempre risolto in un nulla di fatto, giustificato con l’emergenza Covid. Ma «i due anni di Covid non possono essere una giustificazione. Non capisco perché tutto si sia arenato. Ci vuole solo buona volontà», ha sottolineato il sindaco, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos.

Il gesto eroico di Giuseppe Girolamo

Girolamo era batterista nell’orchestra della Costa Concordia. In quella drammatica notte, lui, che non sapeva nuotare, cedette il suo posto su una scialuppa di salvataggio a una famiglia con due gemelli che avevano 3 anni e mezzo. Loro si salvarono. Girolamo fu una delle 32 vittime del disastro e il suo corpo venne trovato solo due mesi dopo il naufragio. La storia dello straordinario gesto di eroismo e generosità di Girolamo è suffragata anche dalla testimonianza della mamma di questa famiglia, rintracciata proprio grazie alla «collaborazione attiva» del Comune: si tratta, ha riferito il sindaco, della «signora Antonella Bologna, che ha ricevuto questo dono estremo da parte di Giuseppe per lei, i figli piccoli e il marito».

Due anni di rimbalzi «causa Covid»

«Noi abbiamo fatto tutto», ha commentato il sindaco, spiegando che «negli ultimi due anni mi hanno sempre detto che la commissione competente, causa Covid, non riesce a riunirsi. Però, mi pare che tutta l’Italia, anche in smart working, sia riuscita a riunirsi: consigli comunali, Parlamento, giunte». Invece, per Giuseppe Girolamo non sembra ci siano spazi per agire. «L’altro giorno, venerdì, ho nuovamente sollecitato. Ho trovato per l’ennesima volta un responsabile nuovo che mi ha detto che non conosce il fascicolo, promettendo di guardarlo e invitandomi a considerare che siamo in periodo Covid. Ma siamo tutti in periodo Covid da due anni», ha detto Longo, ricordando che «in questi anni sono stati dati tanti riconoscimenti sia dal presidente Mattarella che da Draghi, anche a persone che durante il Covid hanno fatto gesti sicuramente di grande importanza, ma che grazie a Dio non sono costati la vita né hanno salvato vite».

L’amarezza del sindaco di Alberobello

«Giuseppe – ha ribadito il sindaco di Alberobello – ha salvato quattro vite. Prima mi avevano risposto dalla commissione che mancava la prova-cardine, adesso la prova cardine è uscita, grazie alle indicazioni che gli ho dato e, poi, soprattutto alla redazione del programma di Raiuno che ha portato in diretta questa testimone. Quest’ultima ha riconosciuto in foto Giuseppe Girolamo. Poi sono state fornite le dichiarazioni scritte della signora Bologna che mi hanno riferito fossero più che sufficienti. Dopo di che si è bloccato di nuovo tutto da due anni». «La speranza è che l’Italia intera, non solo Alberobello, veda in questo gesto di Giuseppe un esempio. E che esso diventi imperituro ed eterno attraverso un atto istituzionale che dovrebbe avere il suo significato e potrebbe avere il significato contrario, cioè – ha concluso Longo – una mancanza di sensibilità, se non glielo dessero».

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