Calcio, stretta della Serie A: allo stadio tetto di 5mila spettatori per le prossime giornate

8 Gen 2022 18:16 - di Gigliola Bardi
stadio

Delle partite a porte chiuse non sembrano volerne sentir parlare, meno ancora della sospensione del campionato. E così le società della Serie A hanno puntato, per ora, su una soluzione di compromesso: ridurre il numero massimo di spettatori allo stadio a 5mila. La decisione è stata presa dall’Assemblea della Lega calcio, che ha votato all’unanimità la stretta per le partite della 22esima e 23esima giornata di campionato, in programma nei fine settimana del 16 e del 23 gennaio. Per la 21esima giornata, che si svolgerà domani, e per la finale di Supercoppa, in calendario per mercoledì 12, invece, resta confermata la presenza del pubblico al 50%.

Il «grosso sacrificio» della Serie A sui tifosi allo stadio

«Credo che questa decisione della Lega Serie A sia stata presa di concerto con il governo, in attesa del confronto di mercoledì», ha spiegato il presidente dell’Assoallenatori (Aiac), Renzo Ulivieri, sottolineando che per le società ridurre la capienza allo stadio è «un grosso sacrificio». «D’altro canto – ha aggiunto – la realtà dei contagi in repentina ascesa non lasciava altre strade». «Mi pare una scelta oculata», ha concluso Ulivieri.

Il problema dell’«ingolfamento strutturale dei calendari»

Prima della divulgazione della decisione della Lega era stato invece il presidente dell’Assocalciatori (Aic) Umberto Calcagno, a spiegare con una nota che «in Serie A continuiamo a patire l’ingolfamento strutturale dei calendari, quindi una eventuale sospensione temiamo possa incidere sul format e sull’equilibrio economico di tutto il sistema». «Sarebbe chiaramente un aspetto preoccupante. Il nostro mondo – ha sottolineato Calcagno – ha mostrato grande responsabilità: in queste settimane la Serie B, la Serie C e le categorie apicali del mondo dilettantistico si sono fermate, assieme allo sport di base, per cercare di capire quali siano le modalità migliori per andare avanti».

La Serie A «è il motore dell’intero sistema»

Ma «la Serie A ha un problema che non può essere sottovalutato, è il motore dell’intero sistema e un indotto molto importante che non riguarda soltanto i calciatori o gli addetti ai lavori». «Ci sono calciatori che disputano più di 70 partite all’anno, 50 delle quali con meno di 5 giorni di recupero tra una partita e l’altra. È un problema che oggi è sul tavolo non soltanto a livello federale, ma soprattutto a livello internazionale». «Dev’essere il primo punto da mettere all’ordine del giorno delle nostre agende», ha concluso il presidente dell’Aic, ricordando che i calciatori «hanno dato un grande segnale di responsabilità completando per il 98% il ciclo vaccinale».

Tre positivi all’Atalanta. La Lega vince i ricorsi sulle quarantene

Ciononostante, però, nel mondo del pallone continuano a registrarsi contagi. L’ultimo caso è quello dell’Atalanta che ha comunicato che «tre tesserati del gruppo squadra» sono risultati positivi. Proprio di oggi, tra l’altro, è la notizia che la Lega Serie A ha vinto tre dei quattro ricorsi presentati contro i provvedimenti delle Asl locali. I Tar di Piemonte, Campania e Friuli Venezia Giulia danno ragione alle Lega calcio togliendo di fatto dal regime di quarantena i giocatori di Udinese, Torino e Salernitana negativi al tampone che non sono più in isolamento. Il Tar dell’Emilia conferma invece la quarantena per il Bologna.

Giannini e Zoff su campionato e stadio

«Non credo sia praticabile uno stop al campionato nonostante l’emergenza Covid. Gli impegni sono ravvicinati e per le squadre impegnate nelle coppe non ci sarebbero gli spazi per recuperare gli incontri eventualmente rinviati, per contenere il virus mi sembra invece plausibile pensare a giocare a porte chiuse», è stata la riflessione dell’ex capitano della Roma, Giuseppe Giannini, sentito dall’Adnkronos. «Campionato falsato dalle assenze per il Covid? Molte squadre giocano senza due o più titolari a partita, non poter contare sulla squadra al completo sicuramente pesa», ha aggiunto, mentre Dino Zoff ha spiegato che «non mi posso permettere di giudicare un’eventuale decisione di chiudere gli stadi. Sono argomenti che non conosco abbastanza e non mi riguardano». «Spetta decidere al governo, dopo aver ascoltato il parere della comunità scientifica, e farà le scelte più giuste», ha concluso il capitano dell’Italia campione del mondo nel 1982.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *