Cacciari spiega perché ha fatto la terza dose: ormai sono stravaccinato anche contro gli imbecilli
Massimo Cacciari torna a spiegare, in una lunga intervista sul quotidiano La Verità, perché ha deciso di fare la terza dose e replica alle critiche ricevute sia dai pro vax che dai no vax.
«Nella mia vita sono abituato a rimanere stritolato tra opposte teste di c . Ma ormai sono stravaccinato anche contro gli imbecilli». E ancora: «Se esiste una legge io obbedisco, pur avendo il diritto di criticarla. Certo, se la legge mi rendesse complice di una lesione di altrui libertà, avrei diritto di disobbedienza. Ma in questo caso il vaccino riguarda soltanto me, non vado in giro a obbligare gli altri o a fare il delatore. Mi vaccino e basta, per poter lavorare».
Cacciari ribadisce dunque la sua posizione: «Non faccio che ripeterlo dall’inizio della pandemia. Un conto è il vaccino, un altro le disposizioni varate dal governo per contrastare l’epidemia. Spieghiamola ancora più semplice: se c’è un codice della strada demenziale, non per questo sono contrario all’automobile. Solo un povero pazzo che non sa leggere i numeri può pensare che il vaccino non sia servito. La mia polemica è contro la politica governativa, la più draconiana dell’Occidente, che ha puntato tutto solo sul vaccino fino ad arrivare all’idolatria. Senza dubbi, senza preoccupazioni. E senza effetti eclatanti in termini di contagi e decessi, perché è evidente che nel mondo non siamo i primi della classe. È ora che i nostri governanti lo ammettano».
Per Cacciari, infine, lo stato di emergenza continua può davvero portare a quella che chiama “deriva cinese”. «Sì, è la mia preoccupazione. Temo si inneschi un meccanismo di emergenza permanente, anche facendo leva su questi sistemi di controllo, sorveglianza e punizione allestiti durante la pandemia».