Cacciari: «Ho fatto la terza dose. I filosofi obbediscono alle leggi anche quando sono folli»

11 Gen 2022 18:25 - di Fortunata Cerri
Cacciari

Massimo Cacciari ha fatto la terza dose di vaccino, come scrive il Gazzettino. «Chi può vada a vaccinarsi. Chi non è d’accordo ci vada lo stesso, perché queste sono le leggi e finché non si ha la forza di cambiarle, bisogna rispettarle», le parole del filosofo, che non ha mai nascosto il proprio giudizio negativo nei confronti della gestione dell’emergenza Covid da parte del governo. Cacciari, in particolare, ha ripetutamente stigmatizzato il ricorso allo stato d’emergenza.

Cacciari: «Alle leggi si obbedisce»

Ora, interpellato sulla terza dose, risponde: «Non vedo alcun caso! Ho fatto il vaccino. Sei costretto a farlo, alle leggi si obbedisce. I filosofi obbediscono alle leggi, anche quando le ritengono totalmente folli. Socrate insegna». Il sì alla vaccinazione non significa che siano cambiate le posizioni in relazione ad altri temi. «Si cerca di far capire l’insensatezza di una legge», afferma. «Si cerca di modificarla. Ma se non riesci a cambiarla la rispetti. Oppure te ne vai».

«Non cambia nulla»

Nei giorni scorsi parlando con l’Adnkronos aveva commentato gli ultimi provvedimenti del governo. «Praticamente, non cambia nulla: prima l’obbligo era sottinteso, ora viene formalizzato; ma si tratta di un provvedimento che non può avere sanzioni, perché non vedo come la sanzione sia riscuotibile. Insomma, si continua come prima, non c’è nessuna differenza…». E poi ancora. «Ma, a questo punto, le persone che si vaccinano non dovranno più firmare alcuna assunzione di responsabilità sulle eventuali conseguenze – aveva sottolineato Cacciari – che ovviamente ricadranno sul soggetto che ha imposto questo obbligo: l’unica differenza è tutta qui. Lo Stato viene responsabilizzato di ogni conseguenza per aver imposto il trattamento obbligatorio».

«Di fatto l’obbligo c’era anche prima»

Per il resto, osservava Cacciari, «non cambia assolutamente niente. Già prima non si poteva andare al lavoro o al ristorante». Si poteva, presentando un tampone… «Sì, ma un tampone ogni due giorni, con una spesa ogni volta di almeno 15 euro, rendeva tutto fasullo – aveva risposto – Di fatto, l’obbligo c’era anche prima. Solo che ora, con questa decisione, il governo si assume totalmente ogni responsabilità e questo può anche essere positivo».

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