Bidello accoltellato da un bambino di 11 anni in una scuola di Sulmona. “Dolore, poi il sangue”

17 Gen 2022 15:52 - di Marta Lima
Episodio inquietante in una scuola media di Sulmona dove un bidello è stato accoltellato da un bambino di 11 anni in palestra

Non solo Dad e polemiche, nelle scuole italiane, ma anche fatti di cronaca nera. Un collaboratore scolastico è stato accoltellato, questa mattina, a Sulmona (L’Aquila), da un bambino di undici anni. “Stavo accompagnando il ragazzo in palestra perché mi ha detto che doveva riprendere la giacca della professoressa – racconta la vittima, Savino Monterisi, al sito web ‘Il Germe’ – quando mi sono sentito pungere su un fianco. Subito dopo ho notato la maglia sporca di sangue e ho realizzato di essere stato accoltellato. Non riesco a spiegarmi il perché di questo gesto“. La ferita è di lieve entità. Il bambino, cui è stato sequestrato un coltellino, è stato identificato dalla polizia che si sta occupando del caso. Il fatto è successo nella scuola media Capograssi e la vittima è Savino Monterisi.

Bidello accoltellato, si indaga sul gesto del bambino

“Un ragazzo normale, socievole, che non ha mai dato problemi, né mostrato segni di disagio – spiega la preside delle Capograssi, Domenica Pagano al sito Il Germe – non riusciamo a spiegarci come sia successo. L’episodio ci ha colti del tutto di sorpresa”. “È un fatto che lascia basiti e che non trova al momento spiegazioni”, spiega invece all’Adnkronos il sindaco di Sulmona (L’Aquila), Gianfranco Di Piero.

“Parliamo – dice il primo cittadino – di un bambino di ottima famiglia e che non ha mai dato problemi. Non si capisce il perché del gesto, considerato anche che era la prima volta che vedeva quel bidello, che è un precario appena assunto ed è anche un giornalista a modo è sempre gentile. Credo – prosegue – che le istituzioni tutte debbano interrogarsi su quanto avvenuto e cercare di capire: la scuola, gli operatori sociali e sanitari. È evidente che a livello educativo c’è qualche sbavatura, magari imputabile ad influenze esterne, come quella della tv o dei social. In ogni caso si tratta di un bambino e per questo la vicenda, a livello pedagogico, va approfondita”.

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