Rai, il Cda (Lega-Fi-Iv) taglia il TgR della notte. Il renziano Anzaldi: «C’è una nuova maggioranza»

17 Dic 2021 19:33 - di Michele Pezza
Anzaldi

Si scrive Rai ma si legge laboratorio politico. È così da sempre, e perciò non stupisce che il renziano Michele Anzaldi, tra i più attivi vigilantes dell’apposita Commissione parlamentare, intraveda nuovi equilibri nel voto con cui il Cda di viale Mazzini ha tagliato l’edizione notturna del TgR. Un proposta venuta direttamente dall’ad Carlo Fuortes e passata a maggioranza più che risicata: 4 voti su 7. Una decisione che non ha mancato di innescare polemiche a colpi di comunicati incrociati tra l’Usigrai, il potente sindaco interno, e il vertice aziendale. E così, salvo improbabili ripensamenti dell’ultima ora, dal 9 gennaio prossimo la Rai non trasmetterà più l’edizione notturna delle news regionali.

Anzaldi è in Commissione Vigilanza

Un taglio piaciuto molto ai consiglieri espressione di Lega, Forza Italia e Iv (FdI non un proprio rappresentante) e assai meno a quelli in quota Pd e 5Stelle. E qui cade a pennello il tweet di Anzaldi, immediatamente ripreso dalle agenzie di stampa. «Con le riforme del presidente Draghi – vi si legge – si formano nuove maggioranze, come in Rai con lo storico taglio alla costosissima edizione notturna flash del Tgr? Da leggere quanto scrive il sempre bene informato Marco Conti sul Messaggero. Incomprensibili Pd e M5s in difesa dei privilegi».

La partita per il Quirinale

Detta così, sembra quasi l’annuncio di una svolta. Italia Viva ha infatti votato con Lega e Forza Italia e Anzaldi ne è un autorevole esponente. Se quindi lo sottolinea per parlare – seppur in forma dubitativa – di «nuove maggioranze», vuole dire che qualcosa bolle in pentola. Non è poco se si pensa che da qui a un mesa partirà ufficialmente la corsa per il Quirinale con Berlusconi attentissimo a captare ogni segnale proveniente dall’emisfero sinistro del Parlamento. L’unico dubbio da sciogliere è se, prima di vergare il proprio tweet, Anzaldi ne abbia diligentemente previsto gli effetti (dirompenti) che potrebbe scatenare sui già fatiscenti equilibri politici della sinistra.

 

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