Premio Atreju 2021 alla stilista Elisabetta Franchi: “Il segreto del successo? Non mollare mai” (video)

11 Dic 2021 10:05 - di Luisa Perri
Elisabetta Franchi, Atreju

Premio Atreju 2021 a Elisabetta Franchi, “eccellenza italiana” nel campo della moda. «È stato per me un grande orgoglio quando Meloni mi ha chiamata per dare il premio ad Elisabetta Franchi, perchè la sua è una storia bellissima da raccontare: si è fatta da sola, nasce da una famiglia non abituata al lusso e moda», ha detto la senatrice di Fdi, Daniela Santanchè, nel corso della premiazione sul palco della manifestazione.

«Elisabetta – ha sottolineato Santanchè – ha avuto forza, resilienza, coraggio, visione, che fanno per me di Elisabetta un mito come persona. Lei capito prima che bisognava porre attenzione all’ambiente, al materiale che si usa. Ha detto basta perché bisogna usare materiali sostenibili. La sua è stata la prima azienda prima in Italia plastic free». La stilista ha rivendicato le sue origini: «Provengo da una famiglia abbastanza povera: in casa mia a 5 anni lavavo i piatti, rifacevo i letti… ho imparato la resilienza, il senso del sacrificio, la forza e la determinazione».

Elisabetta Franchi, un esempio per tutti gli imprenditori

Da qui l’incitazione: «Non piangiamoci addosso, se hai qualcosa da raccontare la gente ti ascolta. Se ce l’ho fatta io ce la può fare chiunque, la mia infanzia mi ha insegnato a non mollare mai e al sacrificio». Franchi, esempio di sacrifico pure per il presidente di Confartigianato-Moda, Fabio Petrella, che spiega: «Il nostro settore sembra patinato ma in realtà è fatto di capacità, di sapere, di fatica. Queste cose non si insegnano nelle scuole. Per difendere questo mondo abbiamo bisogno di persone che rappresentino al meglio in Europa le nostre istanze».

Appello raccolto subito dalla senatrice Santanchè che propone: «Giorgia Meloni ha il merito di aver capito l’importanza di aiutare la moda, perché sono posti di lavoro. Un’ipotesi potrebbe essere l’impegno di Cassa Depositi e Prestiti nel finanziare un polo del lusso. E poi c’è la nostra proposta sui dazi di civiltà: le nostre imprese subiscono una concorrenza sleale. Bisogna dire a quei marchi che delocalizzano e producono in altri paesi che fanno concorrenza sleale è che quindi devono pagare un dazio».

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *