Perfino Prodi è contro la “fatwa” di Travaglio: «Trovo legittimo che Berlusconi si sia candidato al Quirinale»

3 Dic 2021 11:56 - di Fortunata Cerri
Prodi

Romano Prodi apre a Silvio Berlusconi. Per il Quirinale «Berlusconi ha detto io sono candidato. Io lo trovo assolutamente legittimo, perché no? Poi bisogna vedere se lo votano». Una batosta per Marco Travaglio che si sta affannando a raccogliere firme per dire “no” alla candidatura di Berlusconi. Peraltro contro l’iniziativa lanciata dal Fatto quotidiano è partita già la petizione del quotidiano Libero intitolata “Non rubate il Quirinale”.

Prodi apre a Silvio Berlusconi al Quirinale

Non solo. Anche Luciano Violante, in un’intervista al Giornale, si  è espresso a favore della candidatura del leader di Forza Italia. «Tutti i cittadini che hanno più di cinquanta anni possono candidarsi. Spetta ai parlamentari decidere chi votare. Ad ogni modo le persone non vanno mai offese. È sbagliato usare questi toni nella lotta politica». Ora arrivano le parole di Prodi. Per il Quirinale, ha detto, «hanno fatto il mio nome, io mi sento troppo anziano, non so se la provvidenza ti tiene sette anni quando ne hai fatto 83. Berlusconi è più anziano, avrà un altro concetto di provvidenza. A me va benissimo».

«Alle elezioni anticipate non ci penso»

Intervenendo ad Agorà Prodi ha poi puntualizzato: «Tra un anno e mezzo ci sono le elezioni politiche e il Parlamento vuole vivere fino in fondo, sarà molto propenso a dare il voto» per il Quirinale «a chi garantisce la durata della legislatura. Ma io penso che durerà in ogni modo».  «Non più del 15% dei parlamentari può essere rieletto ed è assolutamente legittimo che desiderino portare fino in fondo il loro mandato – ha spiegato Prodi –. Alle elezioni anticipate non ci penso neanche lontanamente, ma so benissimo che sono in minoranza. Non penso assolutamente che l’elezione di Draghi o non Draghi» al Quirinale «influisca sulla durata della legislatura».

«Aspettiamo il messaggio del Presidente dell’ultimo dell’anno»

«Ho parlato con tanti all’estero, con i miei collaboratori a Bruxelles, si sentirebbero tranquilli con una scelta fatta in modo sereno e condiviso in entrambi i casi», ha poi affermato. «Ma stiamo attenti, stiamo precipitando troppo il dibattito. Aspettiamo il messaggio del Presidente dell’ultimo dell’anno e poi, in 15 giorni, vediamo se i partiti riescono a prendere un accordo. Se no, dopo molte votazioni si andrà come in altri casi e il presidente della Repubblica diventa non chi ha più voti ma chi ha meno veti».

 

 

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