Oggi inizia Atreju, la festa di FdI: per la stampa sarà la «terza Camera dello Stato»

6 Dic 2021 8:57 - di Viola Longo
atreju

L’ultima «grande occasione pubblica di confronto prima dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica»; la «terza Camera dallo Stato»; non una festa di partito, ma la festa dei «conservatori interessati anche alle idee degli altri, per migliorare le proprie». La rassegna stampa del giorno dell’inaugurazione dà la misura della centralità di “Atreju – Il Natale dei conservatori” nel dibattito politico.

Al via “Atreju – In Natale dei Conservatori”

La manifestazione organizzata da FdI, che si svolgerà da oggi a domenica a piazza Risorgimento, a Roma, e quest’anno giunge alla 23esima edizione, è osservata speciale sui principali quotidiani italiani, che ricordano, come fa Il Giornale, che si tratta del luogo «in cui si ritroveranno a dialogare tutti i leader della maggioranza e dell’opposizione e dove gli occhi saranno puntati sui messaggi che verranno inviati apertis verbis o nascosti nella filigrana di un discorso sul nome da indicare ai Grandi Elettori a inizio febbraio». Il parterre, ricorda ancora il quotidiano diretto da Augusto Minzolini, «è di quelli importanti»: un centinaio di ospiti di primo piano sulla scena nazionale e internazionale, che affronteranno i maggiori dossier politici dell’attualità.

La kermesse di FdI diventa «la terza Camera dello Stato»

Si scherza sul fatto che la manifestazione per una settimana sarà «la terza Camera dello Stato», un po’ come Porta a Porta. La stessa Giorgia Meloni si è prestata al gioco, anche perché tra gli ospiti ci sarà anche lo stesso Bruno Vespa che giovedì, insieme a Maurizio Belpietro, intervisterà Enrico Letta, uno dei leader che interverranno alla kermesse. Ci saranno anche Silvio Berlusconi, Giuseppe Conte, Matteo Renzi. «Insomma – come scrive Il Messaggeroci si confronta tra tutti e su tutto».

Non solo politica: una manifestazione per i cittadini

Un po’ tutti gli osservatori si soffermano poi sull’inedita veste natalizia di Atreju, che tradizionalmente si svolge a settembre, ma che in questo secondo anno di pandemia ha dovuto dare prova di flessibilità. Ci saranno, scrive Il Tempo, «attrazione per grandi e piccini una grande pista di pattinaggio su ghiaccio». E, certo, questo è un inedito stagionale. Ma non lo è l’apertura all’esterno, ai non addetti ai lavori, della manifestazione. Atreju, infatti, da sempre si è connotata non solo come luogo di incontro all’interno della politica, ma anche come luogo di incontro tra la politica e i cittadini.

Dall’estate al Colle Oppio al Natale a piazza Risorgimento

A ricordare la genesi della manifestazione è oggi La Stampa, che ricorda come l’appuntamento nacque come festa estiva al Colle Oppio, sapendosi poi affermare non solo come imprescindibile nel panorama e nel dibattito politico, ma anche come festa che sapeva parlare altri linguaggi. «Con Atreju volevamo essere centrali nella politica, ma anche nella metapolitica e dopo tutti questi anni ci siamo riusciti», ha raccontato al quotidiano Federico Mollicone, deputato, responsabile cultura di Fratelli d’Italia, aggiungendo che «volevamo dare il senso di una comunità». Si pensò allora a un richiamo l Signore degli Anelli, ma «era considerato per iniziati, e noi volevamo aprirci al massimo contro il nichilismo di quegli anni». Così la festa fu intitolata ad Atreju, il guerriero bambino de La storia infinita che combatteva contro l’avanzata del Nulla.

La generazione Atreju

Una ventina di anni dopo, alle ultime politiche, quell’esperimento nato «in contrapposizione al nostalgismo» ha dimostrato tutta la sua forza, riuscendo perfino a dare il nome a una intera classe dirigente: quella “generazione Atreju”, che oggi guida FdI al fianco di Giorgia Meloni e che, rivendica spesso la leader del partito, «è la miglior classe dirigente rispetto a tutti gli altri partiti del Parlamento».

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