Mughini: “Berlusconi al Colle non sarebbe uno scandalo. Appartiene alla storia repubblicana vera e profonda”

11 Dic 2021 12:23 - di Federica Argento

Giampiero Mughini magistrale in un articolo sull’ Huffington post sull’ipotesi di candidare al Quirinale Silvio Berlusconi . “Vi spiego perché il cavaliere al Colle non sarebbe uno scandalo” è il titolo del suo intervento sul quotidiano online. Un articolo nato anche come conseguenza della ridicola fotografia di un gatto nero sul “Fatto Quotidiano” di venerdì 10 dicembre; a corredo della petizione di Travaglio contro il Cav al Colle. Mughini ha letto la lettera sul “Fatto” di una lettrice  entusiasta della sottoscrizione volta ad “impedire l’evento più nefasto della storia repubblicana. Se avesse potuto, anche Mirtillo (il mio gatto, qui accanto nella foto) avrebbe firmato”. Travaglio ha pensato bene di pubblicare lettera e foto, con raro sprezzo del ridicolo.

Mughini: Berlusconi appartiene alla nostra storia repubblicana: la più vera e la più profonda”

Mughini, scrittore, editorialista, polemista brillante ha pertanto colto l’assist per chiedere (e rispondere): se davvero “in linea di principio sia davvero insopportabile per una “brava persona” com’è certamente la  lettrice, ma come certamente lo sono anch’io”, l’idea di avere Berlusconi come Capo dello Stato. L’autore tiene a precisare che il suo candidato “preferito” sarebbe Giuliano Amato. Lo sappiamo e con onestà lo va ripetendo in ogni intervento nei dibattiti tv. Ciò scritto, tornando al leader di Forza Italia scrive sull’Huffington post: “Avrete capito che nel mio giudizio quella candidatura è del tutto legittima. E questo perché Berlusconi appartiene in toto alla nostra storia repubblicana recente la più vera e la più profonda”.

Mughini: “Berlusconi pagò 750 milioni di tasse allo Stato. Conta il giudizio storico”

“Se è vero che la borghesia imprenditoriale e produttiva è un nervo centrale di una moderna società industriale – analizza lo scrittore-  pochi altri borghesi italiani si sono fatti valere quanto Berlusconi”. Passa in rassegna la storia di imprenditore di grande successo, per poi aggiungere: ” Malgrado le accuse e le sentenze a danno di Berlusconi, di quella storia lui non ne è un frutto marcio e basta. Tutt’altro. Ne è un protagonista assoluto nel bene e nel male: due valori che nella storia degli uomini non sono sempre separabili al modo delle due metà di una mela come credono o fingono di credere i beoti”. Quanto alla condanna che costò al leader di FI l’allontanamento dalla politica, Mughini specifica: “Certo che Berlusconi è stato condannato per un’evasione fiscale. Che ammontava non ricordo più se a sette/otto milioni di euro. Solo che in quello stesso anno la centrale televisiva da lui creata dal nulla di tasse ne aveva pagate allo Stato qualcosa di vicino a 750 milioni di euro. Se mettiamo le due cifre sulla bilancia, quale conta di più ai fini di un giudizio storico che guardi all’assieme dei fatti e al loro intreccio?”.

Cene eleganti, Mughini: “Non me se sono mai occupato neanche con Craxi e Mitterand”

Mughini ripercorre i civili rapporti tra lui e e il Cav, come una telefonata di cortesia all’indomani dell’Oscar a Gabriele Salvatores con“Mediterraneo”, un film prodotto dalla Medusa, la casa cinematografica di proprietà di Berlusconi. Un’adulatrice disse che ‘Berlusconi aveva vinto l’oscar’; Mughini in un’intervento mitigò l’iperbole, dando a Salvatores quel che era di Salvatores. Berlusconi ”  “mi aveva telefonato per ringraziarmi del fatto che io avessi parato quell’eccesso di lingua adulatrice. “Qualche tempo dopo Berlusconi mi invitò ad Arcore, a dirmi che avrebbe voluto che io conducessi una trasmissione made by Mediaset. Non se ne fece nulla, niente di grave. Ho continuato a lavorare per Mediaset, ma non era lui il mio interlocutore.

I detrattori del Cav che pubblicano con Mondadori

Punge Mughini i detrattori del cav, affermando: “Non gli devo un euro o per averlo incensato a ora di pranzo nel maledire i magistrati d’accusa; o perché vendessero un fottìo di copie miei eventuali libri che lo infangavano dalla prima all’ultima pagina. Sto parlando di Vittorio Sgarbi e di Marco Travaglio? Sì, sì”. Quanto alle cene eleganti Mughini va contro il mainstream dominante in materia. “In linea di massima non metto becco nelle cose private degli uomini pubblici. Ho imparato a fare questo mestiere a un tempo in cui nessuno di noi avrebbe messo becco su quali fossero i nomi e i cognomi delle signore romane che andavano a far visita a Bettino Craxi all’ultimo piano dell’albergo Raphael di proprietà di un ex comunista… Erano fattacci di Craxi, e basta”.

“C’è stato solo Berlusconi a rappresentare  il versante borghese: il resto è fuffa”

Altro esempio “dimenticato”, fuori dall’Italia: “Certo, a dire di un altro grande leader politico europeo che stravedeva per le donne, il francese François Mitterrand. Ero contento che alle sue cene ci fosse Françoise Giroud, la direttrice dell’ “Express” che non mi ricordo più in quale anno venne indicata come il migliore giornalista di Francia. Fattacci loro…- scrive Mughini- . Per il resto conta l’essenziale: e cioè che nel caso italiano e dopo che la magistratura d’accusa aveva distrutto i cinque partiti che avevano guidato la Ricostruzione italiana del secondo dopoguerra, non c’era in campo alcun altro leader politico a rappresentare il versante borghese e liberale del nostro Paese. Nessun altro se non Berlusconi. Tutto il resto è fuffa”.

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